
Le protagoniste della triste vicenda sono due giovani pattinatrici, fino a poco tempo fa iscritte al Club di Pattinaggio di Lugano. Dopo anni di duro allenamento alla Resega (oggi Cornèr Arena), sono state inserite nella lista dei quadri nazionali svizzera. Da quel momento, svela il portale LiberaTv, le due atlete hanno però iniziato a subire forti pressioni da parte di un allenatore e un’allenatrice, portando i genitori delle due minorenni a fare una segnalazione per mobbing.
Fatti accertati
La vicenda è approdata davanti al Tribunale arbitrale di Swiss Ice Skating (Federazione svizzera del pattinaggio), che ha accertato l’uso di “parole e comportamenti offensivi e umilianti” durante gli allenamenti, scrive LiberaTv. Dopo aver ascoltato entrambe le parti, il Tribunale ha presentato lo scorso novembre il suo rapporto finale al Consiglio di Swiss Ice Skating, che ha riconosciuto il diritto e il dovere dei genitori di difendere gli interessi delle loro figlie, giudicando “deplorevole che questo abbia raggiunto tali proporzioni” e ritenendo “che le accuse mosse avrebbero potuto e dovuto essere risolte direttamente con il Comitato del Club Pattinaggio Lugano”.
“Insufficiente attenzione al ruolo pedagogico”
I giudici hanno ritenuto insufficiente l’attenzione al ruolo pedagogico da parte dell’allenatore. Il Tribunale arbitrale ha quindi raccomandato ai vertici del Club luganese di invitarlo a riflettere sulla questione. Nei confronti dell’istruttrice, invece, il Tribunale ha sottolineato come alcune delle testimonianze raccolte siano “incriminanti e gravi”. Ha quindi ritenuto indispensabile che il Comitato del Club indaghi seriamente sulla questione e che prenda “tutte le misure necessarie per assicurare che parole o comportamenti offensivi e umilianti nei confronti delle atlete non si ripetano in futuro”. Nel sul rapporto il Tribunale evidenzia inoltre come le audizioni abbiano consentito alle due atlete di esprimere la loro “profonda insoddisfazione e un senso di ingiustizia”. A seguito delle vicenda le due giovani sono infatti state costrette a lasciare il Club per il suo mancato intervento.
Richiamo formale nei confronti dell’allenatrice
A seguito di quanto emerso, il Consiglio di Swiss Ice Skating ha deciso di sottoporre il rapporto del Tribunale anche al proprio legale, il quale ha concluso che “il Club non ha adempiuto sufficientemente ai suoi obblighi nei confronti dell’istruttrice, per cui non sarebbe sufficiente suggerire al Club, in presenza di una violazione riconosciuta dell’etica, soltanto di “indagare seriamente la questione”. Quello che sarebbe opportuno fare è obbligare lo stesso Club “ad almeno formalizzare un avvertimento scritto” nei confronti dell’allenatrice stessa. Cosa che è avvenuta venerdì 7 febbraio, con il Consiglio direttivo di Swiss Ice Skating che ha raccomandato ai vertici del Club di lugano di emettere un richiamo formale nei confronti dell’allenatrice.
Misure protettive di Swiss Olympic e Ufficio federale dello sport
A seguito di questa indagine, Swiss Olympic e l’Ufficio federale dello sport hanno stabilito una serie di misure per meglio proteggere soprattutto le atlete e gli atleti minorenni, facendo finire i principi etici nel quadro di una base giuridicamente vincolante. Lo statuto avrà anche il carattere di un regolamento disciplinare che prevede sanzioni per future violazioni. Fra le misure implementate a inizio anno c’è la creazione di “Swiss Sport Integrity”, un ufficio indipendente di segnalazione e indagine in caso di violazione dell’etica nello sport elvetico.
Abusi nello sport
Proprio lo scorso anno la consigliera federale, nonché ministra dello sport, Viola Amherd, aveva incaricato un consulente legale di svolgere un’indagine anonima su probabili abusi nello sport. Dall’indagine erano infatti già venuti alla luce dei casi di “abusi” o comportamenti scorretti nel pattinaggio artistico ticinese.
Informato pure il Municipio di Lugano
Anche il Municipio della Città di Lugano è stato informato della decisione del Consiglio di Swiss Ice Skating, che rimane in attesa di sviluppi. Alle famiglie rimane invece solo l’amaro in bocca per la mancata reazione da parte dei vertici del Club luganese nei loro confronti.
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