Territorio
Moria di abeti rossi in Ticino
Redazione
11 giorni fa
Gli effetti del cambiamento climatico si vedono in maniera evidente anche nei nostri boschi, dove l’abete rosso - che è la specie arborea più diffusa in Svizzera - soffre per l’aumento delle temperature e la siccità. Il fenomeno spiegato dall’ingegnere forestale Marco Conedera.

Il cambiamento climatico in Svizzera, come nel nostro Cantone, non sta intaccando solamente i ghiacciai ma anche la vegetazione. Un esempio è proprio quello dell'abete rosso, che è anche la specie arborea più diffusa sul territorio nazionale con una percentuale del 40%. L’aumento della temperatura - ricordiamo proprio ieri i dati dell'osservatorio di Copernicus che hanno definito il 2024 come l'anno più caldo mai registrato a livello globale - insieme alla maggiore siccità, rendono visibili le conseguenze anche sul nostro territorio.

L'abete rosso muore a causa della siccità

A Faido il servizio forestale ha eliminato diverse piante ormai secche a causa del bostrico. Il suddetto insetto non è però la causa primaria della moria di abete rosso nel nostro territorio, come precisa ai microfoni di Ticinonews l’ingegnere forestale Marco Conedera: “L’insetto è la causa finale, perché attacca degli alberi già sofferenti a causa della mancanza di acqua. Lo stress idrico è aumentato negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico: le estati sono sempre meno piovose e più calde, ciò fa aumentare la traspirazione degli alberi”.

Il paesaggio sta cambiando

A un occhio non allenato la sofferenza di questa specie arborea potrebbe passare inosservata, soprattutto in questa stagione con la presenza della neve, ma il paesaggio sta cambiando: “In montagna - continua Conedera - ci sarà un progressivo scivolamento verso l’alto di questa specie. Le fasce più basse dove l'abete sta soffrendo avranno una sostituzione di specie, mentre più in alto, dove c'è più pioggia e fa meno caldo, l'abete rosso troverà magari anche addirittura nuovi spazi da colonizzare”.

In futuro potremmo avere grossi problemi

La specie, ci spiega Conedera, non è a rischio estinzione ma si sta riorganizzando nello spazio a disposizione proprio a causa del cambiamento delle condizioni ambientali. A soffrirne, anche i castani che nel Mendrisiotto qualche estate fa hanno subito un avvizzimento precoce, per poi morire. Insomma, un fenomeno che, in modo silenzioso, è in atto ormai da tempo e che negli ultimi anni è peggiorato: “Questi estremi - conclude Conedera - ci sono sempre stati ma la loro frequenza è in aumento. Se non riusciamo a rinnovare e dunque far diventare più giovane e vigoroso il nostro patrimonio boschivo, in futuro avremo grossi problemi”.