Ticino
Musica e Parkinson, un progetto emozionante e benefico
Redazione
un anno fa
È finito ieri con un’esibizione e con emozione il progetto che ha visto dei pazienti con malattia di Parkinson dedicarsi per mesi al mondo della musica. Si attendono ora i risultati dello studio pilota.

Dal Danubio blu di Strauss alla pantera rosa, per concludere poi con la Marcia di Radetzky. È su queste note che ieri si sono esibiti, per la prima volta, i pazienti con malattia di Parkinson che hanno preso parte al progetto Music Park, iniziato ad aprile e promosso dalla Croce Rossa Sottocenerina, dalla Clinica Hildebrand, dall’Ente ospedaliero cantonale e dal Conservatorio della Svizzera italiana. Un progetto nato per studiare i benefici della musica per le persone affette da Parkinson. “È un progetto sperimentale in cui abbiamo voluto mettere a disposizione la musica per sostenere le persone affette da Parkinson”, spiega a Ticinonews la direttrice della sezione sottocenerina della Croce Rossa Debora Banchini-Fersini. I dati statistici saranno disponibili solo in inverno “ma i partecipanti hanno davvero trovato uno spazio privilegiato per potersi dedicare a un’attività senza pensare alla malattia”.

Il potenziale della musica per la salute

Ad accompagnare i partecipanti in questo viaggio è stato il musicista e ricercatore, oltre che coordinatore del progetto, Paolo Paolantoni. “Il mio campo di ricerca si rivolge proprio al potenziale che la musica ha in termini di salute e benessere”, ci dice Paolantoni. “Chi ha una malattia specifica, e chi magari si trova in situazioni di difficoltà per altri motivi, può avere dei vantaggi molto importanti dal coinvolgimento con la musica”.

Un impatto positivo sul benessere

Secondo i primi riscontri il grado di soddisfazione dei partecipanti è stato molto alto e questa esperienza ha avuto un impatto positivo sul loro benessere. Lo ha notato chiaramente chi ha lavorato con loro in questi mesi. “Le persone hanno riferito di avere più energia, più motivazione in ciò che fanno e c’è anche tutto un discorso di piacere, di fare, di aspettare il momento di questa sessione che crea uno spazio di piacere”, prosegue Paolantoni. Ma i benefici sono anche altri, come “l’evitamento dell’isolamento sociale e la collaborazione tra loro, un aspetto che poi si sono portati anche a casa: si sono trovati in piccoli gruppi al di fuori del nostro progetto per continuare a suonare”, afferma Diego Ciccarelli, responsabile dei centri di ergoterapia della Croce Rossa. In definitiva, un’idea che ha avuto ampissimo successo e che tutti sperano di replicare, finanziamenti permettendo. Spazio, quindi, alla musica.

 

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