L’orario di chiusura dei negozi e dei centri commerciali il sabato rimarrà invariato: 18:30. A stabilirlo in una sentenza il Tribunale federale, respingendo il ricorso inoltrato da cinque negozi della grande distribuzione contro la modifica della Legge ticinese sull’apertura dei negozi, votata, lo ricordiamo dal Gran Consiglio a maggio dello scorso anno. I ricorrenti chiedevano che l’autorizzazione per tenere aperto fino alle 19 potesse essere estesa a tutti i negozi. “Dal nostro punto di vista”, ha affermato ai microfoni di Ticinonews Davide Camponovo, avvocato del Centro Breggia, “anche solo un piccolo miglioramento delle condizioni quadro sarebbe stato utile”.
Ma chi può tenere aperto fino alle 19?
La legge ticinese dice, citiamo, “i centri commerciali la cui offerta di prodotti è destinata al turismo internazionale e la cui cifra d’affari, comprensiva della cifra d’affari della maggior parte dei negozi situati in tali centri, è generata principalmente dalla medesima clientela”. A rientrare in questa descrizione è il FoxTown di Mendrisio. Centro commerciale che, secondo i ricorrenti, comporta “uno svantaggio concorrenziale” per negozi “nel medesimo ramo economico” e che offrono “il medesimo tipo di prodotto”. Ma il Tribunale federale ha così deciso, dando ragione al Gran Consiglio: “Contrariamente al cliente che si reca in spazi commerciali di altro genere, il cliente di un centro commerciale di questo tipo è pertanto principalmente mosso proprio dalla prospettiva di acquistare beni di lusso a prezzi talmente scontati da risultare accessibili anche a chi, al normale prezzo di mercato, non avrebbe potuto comprarli.”
“30 minuti in più per contrastare lo shopping online”
“Avremmo preferito poter beneficiare di questa possibilità e, come Centro Breggia, permettere ai negozi presenti nella struttura di restare aperti mezz’ora in più al sabato”, ha detto Camponovo. “Prendiamo atto della decisione del Tribunale federale. Nel caso concreto non cambia nulla, quindi le cose restano come prima”. “Questa mezz’ora in più”, ha concluso l’avvocato del Centro Breggia, “per noi avrebbe rappresentato un contributo al contrasto degli acquisto online e di quelli che fanno shopping in Italia.”
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