La volata
Neutralità, ecco cosa ne pensano i cinque candidati ticinesi agli Stati
Redazione
un anno fa
Ticinonews presenta le interviste ai cinque candidati ticinesi alla Camera alta in cui Regazzi, Farinelli, Mirante, Chiesa e Gysin daranno la loro ricetta su cinque temi di attualità.

Migrazione, clima e canone radio-tv sono i tre argomenti trattati finora da Ticinonews in La Volata, la serie di interviste ai candidati ticinesi per il Consiglio degli Stati. Questa volta si parla di neutralità. Ecco cosa pensano Greta Gysin (Verdi e Ps), Fabio Regazzi (Centro), Marco Chiesa (Udc e Lega dei Ticinesi), Amalia Mirante (Avanti con Ticino&Lavoro) e Alex Farinelli (Plr).

Gysin: "La Svizzera deve rimanere neutrale"

"La neutralità è un tema che va affrontato con molto pragmatismo, non dimenticando quella che è la nostra tradizione. La Svizzera deve rimanere neutrale. Questo, però, non significa restare indifferenti di fronte alle violazioni del diritto umanitario e di quello internazionale. È giusto prendere posizione quando ci sono delle violazioni importanti, come l'invasione russa dell'Ucraina, ma bisogna comunque stare attenti a non diventare parte attiva del conflitto, in modo da continuare a offrire i propri buoni uffici ed esercitare la tradizione umanitaria, come abbiamo sempre fatto. La neutralità va quindi difesa e mantenuta, ma non in maniera dogmatica, bensì con pragmatismo".

Regazzi: "È un elemento centrale e fondamentale"

 "La neutralità è un elemento centrale e fondamentale per la Svizzera, una caratteristica che va mantenuta e difesa. Va anche detto che essere neutrali non significa essere indifferenti e girare la faccia dall'altra parte. Di fronte a gravi violazioni del diritto internazionale, come l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina o quella di Hamas con Israele, bisogna anche essere capaci di prendere posizione".

Chiesa: "È un valore svizzero"

 "La neutralità è quel valore svizzero che ci permette di essere parte di una soluzione e non del problema. Sono contrario, ad esempio, nel fornire armi ai paesi belligeranti. Abbiamo un concetto chiaro di neutralità: quello di aiuto a livello umanitario e soprattutto di buoni uffici, ovvero fare da mediatori. Un Paese con 9 milioni di persone, con una tradizione come la nostra, può oggettivamente servire a tutto il mondo per far sì che le parti possano discutere tra loro per arrivare a un armistizio e a una pace duratura".

Mirante: "La neutralità va difesa e protetta"

"La neutralità della Svizzera è stata una grandissima conquista, abbiamo faticato a farci riconoscere questo ruolo. Potremmo dire che è l'essenza stessa della Confederazione, per cui va assolutamente difesa e protetta. Questa caratteristica ci consente di poter sostenere ed aiutare gli altri nelle situazioni più delicate, come quelle che stiamo vivendo oggi nei conflitti internazionali per cui -purtroppo- siamo usciti dal tavolo delle trattative. Questo non significa che non fosse necessario aderire alle sanzioni contro la Russia, ma si paga un prezzo in termini di considerazione a livello di neutralità, quindi nella possibilità di svolgere questo ruolo di mediazione".

Farinelli: "Possiamo continuare ad essere neutrali"

"Il nostro Paese è neutrale e lo è sempre stato. In questo periodo si è molto discusso su questo tema perché si sono applicate delle sanzioni economiche alla Russia. In realtà la Svizzera ha adottato sanzioni economiche verso altre 23 nazioni e qui non si è mai posto il problema della neutralità. Penso che possiamo mantenere uno stato neutrale se siamo in grado di farci rispettare dalle altre nazioni. Con le decisioni che abbiamo preso, questo rispetto lo abbiamo mantenuto ed è questa la credibilità che ci serve per continuare ad aiutare a risolvere i problemi. Vediamo cosa sta succedendo in Medio Oriente; la Svizzera può sicuramente giocare un ruolo da mediatrice, lo deve fare con una credibilità data dal fatto che ci battiamo per il rispetto dei diritti umani e per quello internazionale. Lo abbiamo sempre fatto, lo faremo anche in futuro".

 

 

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