
Un’iniziativa popolare per neutralizzare l’aumento dei valori di stima immobiliare che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2025. È quella presentata oggi da un comitato promotore interpartitico composto da 16 rappresentanti equamente suddivisi tra Udc, Lega, Plr e Centro. Poiché le stime immobiliari potrebbero tranquillamente raddoppiare, “si vogliono tutelare le cittadine e i cittadini contro stravolgimenti del prelievo fiscale così come della concessione di aiuti e sussidi”, si legge in un comunicato.
Di cosa si tratta
La legge prevede che, con effetto dal 2025, i valori di stima di tutti gli immobili ticinesi dovranno essere rivisti. In Ticino il valore ufficiale di un immobile si aggira mediamente attorno al 45% di quello venale. È quindi probabile, si legge, "addirittura un raddoppio”.
"Avere una casa non significa essere ricchi"
Il deputato PLR Fabio Schnellmann a Ticinonews ha spiegato come con l'iniziativa si voglia "evitare che ci sia uno sproporzionato aumento dei valori di stima immobiliare". Questo perché, secondo il granconsigliere, "spesso si crede che colui che è proprietario di una casa sia un benestante, ma è sbagliato perché magari ha ereditato la proprietà o ha costruito casa con tanti sacrifici”.
Il possibile impatto
La conseguenza più intuitiva sarebbe un raddoppio delle imposte sulla sostanza dovute dai proprietari di casa. Non solo: “le stime immobiliari sono rilevanti in almeno una ventina di altri ambiti, non forzatamente fiscali”, come ad esempio le rette delle case per anziani, la concessione di prestazioni complementari alla rendita Avs, l’ottenimento di prestiti o borse di studio, l’ottenimento di sussidi per l’installazione di pannelli solari e altro ancora. Nell’attuale situazione di difficoltà economica, non da ultimo causata dalla passata pandemia, dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dei costi dell’energia, il comitato di iniziativa propone che si faccia sì una revisione generale delle stime “ma senza causare automatici stravolgimenti fiscali e sociali”. La revisione “non deve essere la scusa né per fare cassetta in modo facile né per annullare delle prestazioni dello Stato nei confronti di vaste fasce della popolazione”.
Perché agire
Approssimazioni preliminari stimano che senza misure compensatrici i contribuenti ticinesi potrebbero essere chiamati a pagare “fino a 500 milioni di franchi all’anno in più, circa 280 al Cantone e 220 ai Comuni”. Questi prelievi fiscali “non sono sostenibili” e metterebbero in ginocchio “sia il ceto medio che ha fatto sacrifici per raggiungere la proprietà della propria casa, sia il ceto medio-basso che si vedrebbe aumentare l’affitto”.
La proposta
Gli iniziativisti propongono di includere nella Costituzione cantonale il principio della neutralità della revisione generale ricorrente delle stime per quanto riguarda sia il prelievo di tributi sia la concessione di prestazioni, aiuti e sussidi. Per riuscire nei loro intenti dovranno raccogliere il sostegno di almeno 10'000 cittadine e cittadini svizzeri domiciliati in Ticino entro il 3 febbraio 2023 per poter modificare la Costituzione cantonale. I moduli di raccolta firme saranno disponibili a partire da mercoledì 26 ottobre nelle cancellerie comunali, sul sito web del Cantone, sui social media e nelle bancarelle di raccolta sparse sul territorio.
Cosa accadrà
Se le firme necessarie saranno raccolte, il testo verrà messo in votazione popolare. Il Gran Consiglio dovrà prima votare la ricevibilità e potrà, se lo vorrà, proporre un testo alternativo. Se il popolo ticinese approverà il nuovo articolo costituzionale, la revisione generale delle stime verrà bloccata finché il Governo non avrà approvato le necessarie modifiche di legge per neutralizzare gli effetti fiscali e sociali.