Inverno
Neve in crisi, ma gli impianti restano aperti. Stanziati 5,6 milioni fino al 2029
©Carlo Reguzzi
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Redazione
un giorno fa
Airolo, Nara e le altre stazioni riceveranno 5,6 milioni per restare operative fino al 2029. Ma la sfida climatica resta aperta.

Il futuro degli impianti di risalita invernali ticinesi passa (ancora) da un sostegno pubblico. Con un messaggio approvato il 16 aprile, il Consiglio di Stato propone di rinnovare per altri quattro anni (quindi per le stagioni invernali dal 2025/26 al 2028/29) il contributo cantonale da 5,6 milioni di franchi destinato a garantire la gestione ordinaria – e la corretta manutenzione – di cinque stazioni sciistiche: Airolo, Bosco Gurin, Carì, Campo Blenio e Nara. 

Suddivisione del credito

Un credito che, come nei quadrienni precedenti, sarà suddiviso in base a criteri precisi: numero e tipo di impianti, estensione delle piste, vetustà delle infrastrutture e volume di utenti. A beneficiare della fetta più grossa sarà Airolo (2,7 milioni), seguita da Bosco Gurin (952mila), Nara (844mila), Carì (752mila) e Campo Blenio (360mila). E le stazioni più piccole? Per loro non ci saranno aiuti diretti, ma il Cantone apre alla possibilità che i singoli Enti regionali per lo sviluppo (ERS) possano destinare parte dei propri fondi di promozione regionale anche alla manutenzione di questi impianti. In totale, si parla di una richiesta di circa 214mila franchi per tutto il quadriennio.

Crisi climatica, sfide economiche e una strategia cantonale

Il messaggio non nasconde le difficoltà: innevamento sempre meno garantito, costi in aumento, calo della redditività. Il cambiamento climatico colpisce duro, soprattutto le stazioni a quote più basse, dove dal 1961 a oggi il manto nevoso si è ridotto fino al 40%. Il risultato? Un modello di business da ripensare, non più centrato solo sulla stagione sciistica invernale. Da qui la strategia cantonale che punta sulla destagionalizzazione: trasformare le località sciistiche in destinazioni attrattive tutto l’anno. E per riuscirci serve un approccio integrato, che unisca promozione turistica, manutenzione condivisa degli impianti e collaborazione tra stazioni. In questo solco è nato TicinoPass, l’abbonamento unico che consente l’accesso a tutte le cinque stazioni principali e agli impianti minori, oggi già in fase di consolidamento. Sul piano tecnico, le stazioni hanno iniziato a condividere risorse, know-how e personale per la manutenzione degli impianti, anche grazie alla creazione di un nuovo apprendistato come meccatronico di trasporti a fune.

Un credito che guarda al futuro (ma resta indispensabile)

Il Consiglio di Stato ammette: oggi, nessuna delle cinque stazioni può reggersi senza il sostegno pubblico. E anche se la strategia della destagionalizzazione inizia a dare i primi frutti, non è pensabile che nei prossimi anni possano raggiungere l’autosufficienza economica. Il credito da 5,6 milioni – sottoposto a referendum facoltativo – entrerà in vigore immediatamente e decade con l’esaurimento del credito o al più tardi il 31 dicembre 2030. L'obiettivo è quello di garantire la sopravvivenza (e l’evoluzione) di un settore che, tra sport, turismo e identità territoriale, resta un tassello chiave per le valli ticinesi. 

La svolta delle singole località: dai bikepark al glamping

Ogni stazione ha avviato un percorso di rilancio:

  • Bosco Gurin punta su zipline, wellness e un possibile collegamento con la Val Formazza.
  • Carì investe su un campeggio d’alta quota e il rilancio del Belvedere.
  • Campo Blenio sviluppa il progetto "CAMPO 365", con casette nella pineta e un nuovo centro d’accoglienza.
  • Nara scommette sulla mountain bike e sulle sinergie con il progetto “Sun Village” di Acquarossa.
  • Airolo, infine, mira a diventare un polo nazionale per il freestyle grazie al nuovo Centro Nazionale e a potenziare le attività estive.