Senza volontari, Nez Rouge, il servizio che accompagna a casa chi fa serata o chi non se la sente di rincasare per svariati motivi, rischia seriamente di non avere un futuro. A lanciare l’appello è il segretario dell’associazione, Thomas Fei. “Nel post Covid abbiamo perso molti volontari”, afferma Fei a Ticinonews. “C'è chi non se la sente, e poi è subentrata l'inflazione. La macchina della persona che segue l'utente ha i suoi costi. Noi come Nez Rouge contribuiamo a rimborsare solo una piccola parte e di conseguenza pure questo aspetto influisce”. Anche trovare gente disposta a guidare di notte “non è facile. Inoltre, si ha a che fare con gente sconosciuta e che non si sa come reagisce. Chiaramente questo non aiuta”.
Le forze richieste
Sulla carta i volontari sono circa 200. Negli ultimi anni, quelli attivi sono stati tra i 40 e i 60. “I volontari sono tutto per l’associazione”, ribadisce Fei. “L'unica cosa di cui ci occupiamo noi come comitato è quello che sta dietro al servizio: l'organizzazione, andare a cercare le sedi, fare tutte le riservazioni del caso, gli equipaggiamenti, la ricerca di materiali, e tutto questo chiaramente non ha senso se non abbiamo un minimo di effettivi”. Questo minimo “potrebbe essere di 100 volontari attivi per poter coprire eventi come capodanno. Solo quel momento ci richiede molto e avere almeno 30 equipaggi vorrebbe dire garantire una continuità, poter operare su tutto il cantone. Allo stato attuale, per capodanno abbiamo circa 23 adesioni”.
“Si fanno anche delle belle conoscenze”
Detto degli aspetti complicati del lavoro, Fei ci tiene a citare anche le soddisfazioni e gli aspetti positivi. “Tra i volontari abbiamo mamme che contribuiscono, proprio perché fanno il ragionamento ‘aiuto affinché altri figli tornino a casa tranquilli’. C'è poi da specificare che non sempre portiamo a casa gente alticcia, anche perché purtroppo chi è veramente ubriaco non ci chiama”. A rivolgersi a Nez Rouge “sono più le persone stanche, magari qualcuno che durante la serata ha assunto un medicamento e quindi non se la sente di guidare, oppure chi ha bevuto poco però preferisce comunque evitare di prendere la macchina e allora ci contatta”. Con tutte queste persone “è anche bello chiacchierare mentre le si accompagna a casa. Si fanno delle belle conoscenze”, conclude Fei.