
Formarsi al Dfa e non trovare lavoro in Ticino alla fine del percorso. Come riferisce la Rsi, è lo scenario che nelle scorse settimane la direzione del Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi ha prospettato a 13 studenti che in settembre hanno iniziato la formazione di docente di italiano per la scuola media superiore. Il motivo è stato una riduzione inattesa delle sezioni nelle scuole medie superiori per due anni consecutivi, che si è tradotta in un fabbisogno inferiore di insegnanti di italiano.
Situazione complessa
La questione è ora finita al centro di un'interrogazione firmata dal granconsigliere Maurizio Canetta e da altri tre deputati Ps. Canetta evidenzia che per iniziare la formazione al Dfa, "diversi di queste ragazze e ragazzi hanno lasciato ricerche o posti di lavoro per affrontare il percorso di abilitazione per insegnare italiano nelle Scuole Medie Superiori". Inoltre, ricorda il deputato socialista, i sondaggi sul grado di soddisfazione degli studenti del Dfa "risultano critici" su alcuni "aspetti come la conciliabilità del corso con altre attività, la comunicazione ufficiale, la considerazione dello studente all’interno del corso di laurea, l’organizzazione del percorso formativo".
Le domande
Premettendo che "il conseguimento di un titolo di studio presso il DFA non garantisca un posto di lavoro presso le scuole ticinesi". Maurizio Canetta chiede:
1. Sulla
base di quali calcoli e riflessioni è stato aperto il corso di abilitazione?
2. Quali
criteri e parametri vengono utilizzati per valutare l’apertura dei corsi di
formazione per le singole materie?
3. Quando
è emersa l’evidenza che non ci saranno posti di lavoro per le e i 13 corsisti?
4. Come hanno
intenzione di agire il DFA e il DECS nei loro confronti?
5. Più in
generale, ha coscienza il governo delle critiche e dei malumori legati al modello
formativo proposto dal DFA?
6. Ha intenzione il governo di
affrontare il tema? Se sì in che modo e con quali azioni concrete?
Interpellanza MpS
In mattinata è giunta un'interpellanza sullo stessa tema a firma Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini (MpS). Tra i quesiti posti al Consiglio di Stato è inserito anche un invito a considerare l'"opportunità che la formazione dei docenti torni a essere gestita direttamente dal Cantone".