
La Sezione Dogane Sud transfair, riunita sabato in assemblea, ritiene che "le politiche di risparmio adottate negli ultimi anni stiano compromettendo la sicurezza del Paese, l’affidabilità dell’amministrazione federale in qualità di datore di lavoro e la garanzia di continuità e ricambio generazionale all’interno del Corpo". Per queste ragioni i convenuti all’assemblea affermano quanto segue:
No all’innalzamento dell’età pensionabile del Corpo delle guardie di ConfineGià nel 2013 il limite di pensionamento anticipato per i membri del Corpo delle guardie di confine è passato da 58 a 60 anni. Sebbene il termine di transizione non sia ancora scaduto, il Consiglio federale vuole ora nuovamente innalzare il limite da 60 a 65 anni. Questo grave peggioramento delle condizioni di lavoro è inaccettabile ed incrementa i rischi per la salute degli agenti e la sicurezza del Paese e della popolazione.
No a tagli all’effettivo e Sì al potenziamento del Corpo delle Guardie di ConfineIl Corpo delle guardie di confine svolge un ruolo chiave sia nella lotta al turismo del crimine, alla criminalità organizzata ed al terrorismo, al contrasto del soggiorno e delle entrate illegali, sia nella tutela della legge doganale, lottando contro il contrabbando di merci e sostanze stupefacenti. L’aumento della pressione migratoria ai confini svizzeri, prevalentemente a sud, ha portato i collaboratori del CGCF nella maggior parte delle Regioni svizzere al limite delle loro capacità. Per far fronte a questi compiti ed alle accresciute esigente di sicurezza, il Corpo delle Guardie di Confine deve poter disporre di un numero adeguato di agenti. Il numero di persone che possono accedere alla formazione non può subire ulteriori tagli ma deve al contrario essere incrementato.
I continui tagli, ristrutturazioni e pressioni volte unicamente al profitto a corto termine mal si conciliano con il mandato affidato al CGCF di garantire la sicurezza del Paese. Si chiede pertanto alla politica ed al Consiglio federale di fare una profonda riflessione prima di procedere con tagli, rinunciare al potenziamento del CGCF e peggiorare le condizioni di lavoro.
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