ErreDiPi ha consegnato oggi, presso la Cancelleria dello Stato, una petizione firmata da 3’913 persone che chiede a Parlamento e Governo di rinunciare a tagliare i contributi del Cantone alle scuole comunali. Come noto, l’Esecutivo propone – nell’ambito del preventivo 2025 – di modificare il sistema di finanziamento cantonale scorporando dalla massa salariale che determina il contributo per sezione di scuola comunale il costo dei docenti specialisti non obbligatori, così come di quelli d'appoggio. Si tratterebbe di una decurtazione di 4,4 milioni di franchi “che avrebbe conseguenze importanti sulla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento per migliaia di allievi e di insegnanti”, si legge in un comunicato di ErreDiPi.
Le origini del malcontento
La petizione, lanciata tre settimane fa, si sofferma sulle misure riguardanti le scuole comunali, ma la Rete per la Difesa Delle Pensioni ha ormai esteso da tempo la propria critica alle altre numerose voci di contenimento della spesa nella scuola previste nel preventivo 2025. Il malcontento “riguarda anche la recente decisione della Commissione della Gestione di ridurre il previsto aumento delle spese per la pedagogia speciale di 2 milioni, portandolo da 6,5 a 4,5 milioni". Si tratta “di un’altra misura inaccettabile che contestiamo, aderendo anche alla petizione lanciata in questi ultimi giorni da una serie associazioni presenti sul territorio”.
La questione supplenze
Oltre alla già citata limitazione del contributo cantonale alle scuole, sotto la lente c'è anche una modifica del regolamento che riguarda le supplenze. Tale cambiamento anderebbe a toccare la mole salariale. "Oggi il docente in supplenza viene pagato 50 franchi all'ora e, dalla diciassettesima settimana, riceve una retribuzione ad incarico, poiché ha tutti gli oneri di un insegnante 'normale'", spiega ai microfoni di Ticinonews Umberto Boisco, docente di educazione fisica e membro del comitato ErreDiPi. Ciò "non avverrà più per risparmio e quindi anche in questo ambito si andrebbe a diminuire la qualità del lavoro e soprattutto la valorizzazione di quello che un insegnante supplente fa all'interno della scuola".