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“L’unico segnale inequivocabile uscito dalle urne è che la grande maggioranza degli svizzeri non vuole rivoluzioni verdi”. Così il giornalista del Corriere dl Ticino Giovanni Galli commenta, nel “day after” delle votazioni, il “no” espresso dagli svizzeri (e dai Cantoni) all'iniziativa per la responsabilità ambientale lanciata dai Giovani Verdi. Iniziativa che, lo ricordiamo, intendeva ancorare nella Costituzione un vincolo per imporre a ogni attività economica in Svizzera di operare entro "i limiti del pianeta", preservando le risorse disponibili sulla Terra.
Un percorso a tappe
La tutela dell’ambiante, scrive ancora Galli, “deve avvenire con gli strumenti già messi in campo, compatibili con la crescita, e non a tappe forzate (10 anni), a scapito delle libertà individuali e della prosperità”. Il parere negativo emerso dalle urne vuole anche essere una replica “all’ambientalismo estremo”, espressa da chi “senza negare la serietà della questione climatica, è più preoccupato dalla fine del mese che dalla fine del mondo”.
Le ragioni del “no”
Tra i motivi che hanno spinto i cittadini elvetici a respingere la proposta dei Giovani Verdi, Galli ricorda infine i passi già compiuti negli ultimi anni per la tutela del clima e dell’ambiente, quali l’approvazione della legge che vuole il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e quella sull’approvvigionamento con le energie rinnovabili.