Istruzione
Nomine al DECS da rifare, oggi la seduta di Governo
Demaldi
Demaldi
Redazione
6 ore fa
Entro pochi giorni il Consiglio di Stato dovrà decidere se impugnare la decisione o annullare il concorso. L'Esecutivo per ora si è limitato a dire che approfondirà le motivazioni della sentenza prima di decidere i prossimi passi.

“Non risulta che l’autorità – leggasi il Cantone – abbia verificato in modo accurato che i candidati possiedano pluriennale esperienza gestionale nel settore della scuola né pluriennale esperienza di gestione amministrativa e del personale”. Questo un passaggio della sentenza del Tram, oggi sotto la lente del Consiglio di Stato, che in data 21 febbraio ha annullato la nomina di Désirée Mallè e Mattia Pini quali capi Sezione dell’insegnamento superiore. Una carica assunta lo scorso luglio nella modalità cosiddetta “job sharing”, vale a dire un tempo parziale per entrambi al 50%, permessa dal bando di concorso in alternativa a un 100%.

Il ricorso e il successivo annullamento

A contestare le nomine avvallate dal Governo è stato uno tra i 54 candidati totali, convinto di possedere requisiti migliori per il ruolo richiesto. Patrocinato dall’avvocato Gianluca Padlina, al ricorrente era per altro stato negato l’accesso agli atti. Dal canto suo, la Sezione delle Risorse umane, si legge ancora nella sentenza, ha sempre sostenuto che le competenze sono state verificate in sede di colloquio. Entrambi docenti di italiano, Mallè e Pini sono anche stati insegnanti di didattica al DFA e attivi in altre associazioni. Motivazioni che tuttavia non hanno convinto i giudici del Tribunale amministrativo il quale, accogliendo il ricorso, ha per l’appunto annullato le nomine.

Possibile un ricorso al TF

Il Governo per ora si è limitato a dire che approfondirà le motivazioni della sentenza prima di decidere i prossimi passi. C’è sempre la possibilità di ricorrere al Tribunale federale. Proprio la facoltà di annullare le nomine cantonali da parte del Tram è stata oggetto di dibattito lunedì in Gran Consiglio che, contrariamente a quanto richiesto dall’Esecutivo, ha deciso sì di inasprire i paletti, ma di mantenere lo status quo.

 

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