Le reazioni
“Non candidare Mirante era la scelta giusta, ma non è stata premiata”
2 anni fa
All’indomani dell’elezione di Marina Carobbio in Consiglio di Stato, la co-presidente del PS Laura Riget commenta il calo dei consensi del partito. “Io e Sirica abbiamo sempre detto che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità. Se si vorrà discutere di un eventuale cambio, lo faremo”.

“I risultati sono al di sotto delle aspettative. Sembra che ci sia stato un travaso di voti dal PS ad Avanti: non una scissione quindi all’interno del partito, bensì a livello di elettorato. Dovremo discuterne”. Così Laura Riget, co-presidente PS, ha commentato a Ticinonews i risultati parziali che preannunciano un calo di seggi in Gran Consiglio per socialisti e alleati. “Non c’è molto da festeggiare, anche se rispetto a ieri sembra che l’erosione dei consensi sia limitata. A perdere sono tutti i partiti storici, e questo è legato alla frammentazione in corso”. Oltre alle riflessioni, occorrerà fare forse anche un mea culpa a livello di presidenza. “Noi abbiamo sempre detto che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità. Se si vorrà discutere di un eventuale cambio, lo faremo”, precisa Riget.

L’esclusione di Mirante

Al centro dell’attenzione, torna ora inevitabilmente la scelta di escludere Amalia Mirante dalla lista. “Durante la campagna è diventato chiaro che le posizioni politiche di Mirante non sono delle posizioni socialiste che si scrivono all’interno della piattaforma rossoverde”, commenta Riget. “Noi abbiamo sempre messo al centro del progetto politico i contenuti e solo dopo le persone”. La scelta proposta era quella giusta, “anche se ne abbiamo pagato le conseguenze a livello elettorale”. E per quanto concerne la mancanza di un secondo nome forte, come poteva essere quello di Greta Gysin, “anch’io avrei auspicato una sua candidatura, ma quando lei ha rinunciato toccava semmai ai Verdi formulare altre proposte”.

"La strategia non era sbagliata"

Nonostante il calo dei consensi, Riget chiarisce che il partito non si sposterà al centro, poiché “bisogna prima avere le idee e poi sperare di ottenere consensi, non adeguare le posizioni per rincorrere i consensi”. Certamente, il risultato deludente di ieri “mostra che c’è differenza tra la base del partito in senso stretto e l’elettorato progressista in senso più ampio”. Durante la campagna “ho percepito molto entusiasmo nel gruppo ristretto, ma a quanto pare in quello più ampio non siamo riusciti a far passare questo messaggio e ora bisogna analizzare e capire perché”. Nonostante ciò, la strategia scelta “non era sbagliata, perché era quella del progetto rossoverde che mette al centro rivendicazioni politiche concrete e secondo noi Mirante non era la persona più credibile per portare avanti questo progetto. La scelta di non candidarla era giusta, ma non è stata premiata a livello elettorale”.

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