Cantonali 2023
"Non c'è da stupirsi se un giovane ingegnere non torna in Ticino per 3'500 franchi al mese"
Redazione
2 anni fa
Mercato del lavoro, scuola, caso Credit Suisse e taglio delle pensioni. Sono alcuni argomenti emersi durante l'intervista con Simona Arigoni-Zürcher, candidata MPS per il Gran Consiglio e Consiglio di Stato.

Simona Arigoni Zürcher, candidata MPS al Gran Consiglio e Consiglio di Stato, è la protagonista della 13esima intervista pre-elettorale di Ticinonews. Con lei abbiamo affrontato numerosi temi, che spaziano dal lavoro alla scuola, dal Credit Suisse al taglio delle pensioni. 

4 anni fa, come MPS, siete riusciti a fare il terzo seggio in Gran Consiglio. Quali sono gli obiettivi per questa tornata elettorale?

“Il nostro obiettivo è di mantenere almeno questi 3 seggi. Non saprei dire se è realistico o no, speriamo che lo sia. Tutto può succedere”.

L'MpS si può considerare come un caso particolare all'interno del Parlamento. Vi definite “l'unica vera forza di opposizione”. È più uno slogan o è effettivamente così?

“In realtà è veramente così, siamo l'unica forza d'opposizione. Abbiamo messo sul tavolo una serie di argomenti che di solito non sono molto seguiti all'interno del Parlamento, sia da destra che da sinistra. A noi interessa partecipare all'interno del Parlamento per poter avere degli strumenti per dare voce a chi la voce non ce l'ha”.  

La frammentazione dell'ala progressista vi spaventa o vi danneggia?

"Non saprei. Abbiamo fatto una proposta al PS e ai Verdi di poter partecipare con una sola lista anche in Gran Consiglio, ma non è stata gradita e ci è stato risposto di no. Vedremo. Quello che mi preme dire è che siamo sempre sul territorio, in piazza, e cerchiamo di fare del nostro meglio per aiutare la popolazione che fa sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese".

Caso Credit Suisse: cosa pensate della situazione e dell’aiuto da parte di BNS?

"Le banche, in teoria, dovrebbero concentrarsi soprattutto sui crediti. In realtà vediamo che le banche vanno sempre più sulla speculazione, verso investimenti finanziari. Questo porta inevitabilmente a dei disastri come quello di Credit Suisse. Non siamo per il salvataggio, ma per veri obbiettivi su cui dovrebbero concentrarsi le banche".

Rimaniamo in ambito economico. Il Ticino è il fanalino di coda per quanto riguarda i salari. I giovani scappano altrove per guadagnare di più. C'è qualche ricetta magica?

"A dire la verità è stata presentata una iniziativa cantonale, che chiedeva di sanzionare i licenziamenti sostitutivi. È stata portata a Berna anche dall'MpS, ma è stata bocciata. Questo vuol dire che a Berna non interessa fare questo passo e ci chiediamo con chi abbiamo a che fare. Non dobbiamo stupirci poi se i giovani non tornano in Ticino. Se si considera per esempio che in una ditta un ingegnere ha uno stipendio di 3'500 franchi mensili, un giovane che ha studiato al Politecnico di Zurigo è evidente che non ha voglia di tornare".

In piazza sono scese tante persone per manifestare contro il taglio delle pensioni, ma in calo rispetto alle prime due. Secondo lei la vicenda sta perdendo interesse?

"No, anzi la vicenda sta acquistando interesse. Giovedì siamo partiti in 400 e in Piazza eravamo almeno in 600/700. Si stanno formando anche dei gruppi all'interno delle scuole. Si sta cercando di coinvolgere più persone per aumentare la voglia di andare contro questa decisione”. 

Questione superamento livelli. Qual è la vostra posizione?

“Siamo d'accordo sul superamento dei livelli. Siamo per una scuola più democratica e più attenta allo spirito critico”.

 

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