Ticino
"Non c'è divisione tra tifo violento e tifosi non problematici"
"Non c'è divisione tra tifo violento e tifosi non problematici"
"Non c'è divisione tra tifo violento e tifosi non problematici"
Redazione
7 anni fa
La gioventù biancoblù torna sui disordini alla Valascia: "Grande confusione tra Polizia, DI e Magistratura"

A quasi un mese dalla discussa "Operazione Valascia", la gioventù biancoblù dirama un terzo comunicato stampa, nel quale fa precisazioni in questa stagione "assai movimentata, fatta di ripetuti momenti di tensione e di parecchie nuove diffide". 

I supporters biancoblu ringraziano dapprima la squadra per "l'impegno" e l'allenatore "capace di invertire la tendenza" dopo anni bui. Elogi vengono rivolti alla mamma che ha descritto "i dettagli dell'intrusione mattutina di polizia" e al papà che "ha criticato l’operato di polizia al di fuori della Valascia, con l’uso spropositato di proiettili di gomma sparati a casaccio". Critiche vengono invece rivolte alla dirigenza biancoblu "incapace d’esprimere un minimo gesto di vicinanza (solidarietà sarebbe una parola grossa) con i fermati dell’operazione" e quei politici che "sbroccano, vomitando la peggio bile". A essere citati sono il capogruppo PLR in Gran Consiglio e un municipale UDC di Bellinzona. 

Dopodiché la GBB si sofferma sui fatti avvenuti a margine della partita contro il Losanna: "Come già espresso nel precedente comunicato e dopo gli ultimi interrogatori emerge chiara una certa strategia: gran parte degli ultras della Sud quella domenica veniva fotografata prima di qualsiasi tensione e ben prima di raggiungere le entrate della Valascia. Perché? È pratica corrente e normale per una partita a rischio medio? Visto che tutti indagano e si informano, anche noi ci stiamo muovendo. E da alcuni interessanti scambi del “tanto temuto whatsapp” che ci sono stati sottoposti, emergerebbe che qualcuno all’interno della polizia fosse stato avvertito dell’arrivo compatto dei tifosi del Losanna. Altre foto, scattate durante la “pausa Raststätte” alcune ore prima, lo testimoniano con evidenza. Ma quel qualcuno, a quanto sembra, avrebbe preferito far finta di niente".

Poi la GBB si sofferma sulle dichiarazioni del capo della gendarmeria rilasciate a La Regione (31.03), secondo cui "quel pomeriggio adulti con bambini si sono fermati non solo fuori ma anche dentro lo stadio per assistere alle violenze innescate dai losannesi, cui hanno poi risposto gli ambripiottesi”. Una frase che per la GBB "è un affronto al buon senso. Non prova un po’ di vergogna? La gente quel giorno, come d’altronde accade nei momenti di tensione esterni alla Valascia, si ferma per aspettare all’interno della pista sentendosi in sicurezza, senza nessuna velleità di voyeurismo. Rammentiamo al capitano che se il doppio cancello e gli annessi lucchettini non fossero ceduti…! Piuttosto: sarà mai possibile che non siate in grado di prendervi una responsabilità (una!) e ammettere gli errori e le mancanze senza scaricare le colpe sugli altri?"

"Improvvisamente ora risulta che", prosegue la GBB, "sempre secondo il capo della gendarmeria, “gli ambripiottesi hanno risposto alle violenze provocate” e che per il signor procuratore Respini “i tifosi bianco blu hanno reagito alle incursioni dei vodesi con buoni propositi” (teleticino, 23.03). A cosa è dovuto questo improvviso cambio di versione dopo lunghi mesi di menzogne e invenzioni? Lo stesso Respini ora definisce “battibecchi” le scaramucce iniziali, mentre il comandante afferma tranquillo che la tifoseria vodese “non ha mai rappresentato un rischio tale da necessitare il coinvolgimento preventivo di massicci dispositivi di sicurezza” (da laRegione del 31 marzo). Che confusione sotto questo cielo! Per lo meno mettetevi d’accordo, che qui tra “collusioni” e “occultamento di prove” rischiate di essere i prossimi che riceveranno una visita alle 6 di mattina…". 

La GBB ricorda ancora al capo della gendarmeria che alla Valascia "non esiste una divisione tra “tifo violento e tifosi non problematici”. La famiglia è grande, variata e chi frequenta la curva non ha bisogno di nascondersi dietro niente e nessuno. Per ricacciare chi sfonda due cancelli non occorre infiltrarci in mezzo alla gente. Lo si fa e basta. L’abbiamo detto in precedenza e lo ribadiamo: da parte nostra, “in ogni caso nessun rimorso”.

"Ci sembra d’altronde" aggiungono i supporter, "che si faccia un po’ di confusione su chi effettivamente quel giorno “abbia perso il controllo (Respini, teleticino)”. Perché se gli “ambripiottesi” hanno risposto alle violenze che bisogno c’era di sparare tra la folla proiettili di gomma quando i “losannesi” erano dentro? E poi: perché entrare a fatti “avvenuti” per rifarsi sulla curva biancoblu mentre i losannesi venivano accompagnati fuori con tanto di pacche sulle spalle? E dato che tutte le prove risalgono ai “battibecchi” iniziali, qual’è il senso di tutta l’operazione?"

"Non ci dilunghiamo oltre" conclude la GBB. "Ma ci sembra chiaro che il castello non goda di buone fondamenta e che sia destinato a crollare miseramente, confermando lo stato confusionale in seno alla polizia, al dipartimento istituzioni e alla magistratura ticinese. Insomma qualcuno sta perdendo il controllo. E verrà chissà anche il momento in cui perderà pure la faccia. Cambiare continuamente la versione dei fatti per coprire il disastro – voluto o meno – a livello di gestione della “sicurezza”, è operazione tanto subdola quanto inutile".

"Da parte nostra, sempre in attesa della famosa operazione congiunta, porgiamo i nostri migliori omaggi. Prossime iniziative seguiranno (anche perché la stagione prossima saranno 30!)".

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