La fine dell’anno rappresenta il momento ideale per stilare dei bilanci, anche dal punto di vista politico. Per questo motivo, Ticinonews ha raggiunto il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali il quale, dopo due anni contraddistinti dalla pandemia, ha presieduto un Governo che si è confrontato soprattutto con questioni finanziarie, dall’inflazione ai complicati compiti dello Stato.
Sarà un altro anno complicato per i ticinesi. Vede difficoltà economiche pesanti per la popolazione?
“Mi auguro vivamente di no. Ora i datori di lavoro dovrebbero trovare in qualche modo degli accordi per compensare nella maggior misura possibile questa perdita di potere d’acquisto. Lo Stato e il parastato hanno dato l’esempio in questo senso ed è stato previsto per i dipendenti del Cantone un rincaro del 2,5%, che avrà poi ripercussioni anche su tutto il parastato e quindi su una buona fetta di lavoratori. Anche l’economia privata sembra andare in questa direzione: i contratti collettivi di lavoro vengono adeguati prevedendo il rincaro e questo è importante per mantenere il livello di benessere della popolazione”.
Come può invece lo Stato aiutare i cittadini ad avere fiducia nel futuro e non solo timori?
“È una domanda non semplice. Lo Stato ha dimostrato di esserci nei momenti difficili per i propri cittadini, di essere di sostegno e di intervenire. Penso ad esempio alle misure economiche per fronteggiare la pandemia. Il messaggio è che sicuramente il Cantone e la Confederazione non abbandonano i propri cittadini, a maggior ragione quelli in difficoltà”.
Dal punto di vista dei conti avrete delle questioni complesse da affrontare: il preventivo è stato abbastanza difficoltoso, i soldi della Banca Nazionale verosimilmente non ci saranno e i cittadini hanno approvato il decreto Morisoli. Insomma, far quadrare i conti dello Stato è un compito sempre più difficile…
“Sappiamo già da qualche anno che la tendenza non va al miglioramento delle finanze. Dopo la manovra del 2016 abbiamo avuto il ‘torto’, diciamo così, di acquisire nuovi compiti e di riprenderne di precedenti (in favore dei cittadini). Ora la mancanza di questa entrata importante crea uno squilibrio; stavamo effettuando un percorso di rientro così come programmato, senza fare stravolgimenti, senza togliere l’indispensabile. Chiaramente, mancando questi soldi straordinari in una maniera abbastanza imprevista, nel percorso successivo la strada si farà più in pendenza”.
Ci avviciniamo alla fine della legislatura. Che bilancio può trarne?
“Una legislatura senz’altro segnata da alcune difficoltà, a cominciare dalla pandemia, che ha colpito duramente e ha richiesto un modo di agire che non conoscevamo. Abbiamo dovuto reagire a un’emergenza di tipo medico-sanitario che nessuno di noi in Consiglio di Stato era pronto a fronteggiare, appoggiandoci al parere degli esperti, i quali non sempre erano concordi nel dare delle indicazioni. Non dico sia stato un momento di smarrimento, ma un periodo difficile sicuramente. Credo comunque che le istituzioni e la popolazione abbiano reagito bene. Successivamente, neanche il tempo di dichiarare finita la pandemia, ed è scoppiato un conflitto in Europa. Una situazione brutta, che ancora oggi deve preoccupare. Non si è più parlato nelle ultime settimane di una possibile escalation del conflitto, ma è una situazione, ripeto, davvero grave, la quale ha poi originato questa ondata di rincari, questa fiammata inflazionistica, probabilmente anche di tipo speculativo, che mette in difficoltà. In definitiva, una legislatura non facile: credo che quando la riprenderemo e la guarderemo con un po’ più di distanza, magari tra una decina d’anni, diremo: ‘sì, è stato un periodo difficile’”.
Fra pochissimi mesi si andrà la voto, siamo in piena campagna elettorale. Quanto è complicato continuare a portare avanti il lavoro del Governo e dover comunque rispondere al popolo, doversi far rieleggere?
“Il lavoro del Governo evidentemente prosegue. In questo momento i grandi progetti non hanno più tempo e spazio di approdare in Gran Consiglio. Non dico che ci troviamo in un ‘semestre bianco’ come si usa dire in altri Paesi, però è evidente che ora ci si concentra sul prossimo appuntamento elettorale. Il Governo continuerà a lavorare come fatto finora. Probabilmente i messaggi che licenzierà saranno poi tema di studio e di lavoro per il nuovo Parlamento. Abbiamo avuto i Mondiali di calcio, le feste di Natale, e nei prossimi mesi ci concentreremo sulla campagna elettorale (sorride, ndr)”.