
È o dovrebbe essere una presenza fissa su tutte le automobili targate svizzera. Parliamo dell'adesivo "CH", necessario per circolare all'estero e che un'iniziativa lanciata a inizio marzo vorrebbe addirittura rimuovere. Quel che è certo è che recarsi all'estero senza di esso è passibile di multa. È quanto può confermare in prima persona un nostro lettore che, lo scorso 18 maggio, ha attraversato il comune italiano di Tradate con un'auto targata Svizzera, ma senza il suddetto adesivo. L'uomo è stato quindi fermato da un agente della Polizia locale e non è mancata neppure la più classica delle polemiche transfrontaliere.
L'automobilista, che lamenta un comportamento "aggressivo e irritante" da parte dell'agente, prima di contestargli la mancanza dell'autocollante, spiega di aver ritirato poco prima l'auto dal carrozziere. L'adesivo non era però stato incollato a lavoro ultimato, ma "era ben visibile sul sedile". Il nostro interlocutore si giustifica: "Pioveva e aspettavo di arrivare a destinazione per sistemarlo".
A questo punto, secondo il nostro lettore, sarebbe seguito un commento raggelante dell'agente (“Guardi voi svizzeri venite qui a fare i padroni e quello che mi dice mi entra in un orecchio ed esce dall’altro”), che infligge quindi una multa di 60,90 euro in contanti, pena "il sequestro della macchina con il carro attrezzi". Placata la tentazione di fare un "esposto per abuso d’autorità", il nostro interlocutore si chiede se gli automobilisti italiani che entrano tutti i giorni in territorio svizzero senza il "prescritto" adesivo vengano sanzionati allo stesso modo.
Il CH è obbligatorio - L'obbligo di circolare con il segno distintivo vale solo per i cittadini svizzeri che circolano all'estero e non viceversa. Come previsto dalla Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale del 1968, infatti, il simbolo deve essere integrato sia nella targa posteriore che in quella anteriore. Un criterio che al momento in Svizzera non è rispettato, mentre dalle targhe europee sì.
La multa è giustificata, il sequestro no - Contattato da Ticinonews il portavoce del TCS Renato Gazzola ha confermato che la multa è giustificata e sacrosanta, ma non così il sequestro. “Se si paga subito ammonta a 60 euro, a prezzo pieno, invece, a 79 euro. Il sequestro non è però assolutamente plausibile”.
Insomma, meglio incollare l’adesivo sulla propria automobile per evitare spiacevoli esborsi. L'articolo 45 dell'Ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali (OETV) prevede che i veicoli a motore e i rimorchi che circolano all'estero siano muniti di una sigla distintiva con le seguenti dimensioni: altezza x larghezza dell'ellisse: 11.5 x 17.5 cm, altezza x larghezza delle lettere: 8 x 4 cm, spessore del tratto: 1 cm.
Altri contrassegni, come scritte in corsivo, non sono invece omologati e chi li utilizza rischia una multa qualora dovesse incontrare un agente particolarmente zelante. “Bisogna fare attenzione a utilizzare contrassegni fantasiosi – avverte Gazzola – Il TCS consiglia di attenersi alla legge, soprattutto in Italia. In altri Paesi non viene dato grosso peso a questo obbligo e un automobilista viene sanzionato per la mancata osservanza di questo obbligo solo se è già in un’altra contravvenzione”. Probabilmente da parte italiana c’è un maggior ‘sentimento di rivalsa’ per le numerose multe, i pedaggi e le entrate nelle zona a traffico limitate non pagate dagli automobilisti elvetici.
Infine, qualora l’iniziativa popolare depositata a inizio maggio dovesse passare, si dovrà trovare un compromesso. La soluzione di sostituire la sigla CH allo stemma cantonale non pare essere molto gradita dai Cantoni stessi.
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