Ticino
Nubifragio in Vallemaggia, identificata un'altra vittima
4 mesi fa
Lo hanno comunicato oggi le autorità nel corso di una conferenza stampa informativa. Non si conoscono invece ancora le tempistiche per la realizzazione del ponte provvisorio a Visletto.

È stata identificata un'altra delle vittime causate dal violento nubifragio che nella notte tra sabato e domenica si è abbattuto sulla Vallemaggia. Lo ha comunicato oggi, nel corso di un punto stampa organizzato per fornire un aggiornamento sulla situazione, il capitano della polizia cantonale Antonio Ciocco, specificando che vi è ancora una persona da identificare, per il cui riconoscimento servirà una comparazione del DNA o un’analisi forense. Quattro le persone disperse. Da domenica, ha aggiunto Ciocco, il numero verde ha trattato 550 contatti telefonici per segnalazioni di mancanza di contatti. I dati sono stati analizzati "e oggi questi numeri sono a zero: tutte le persone sono state controllate o contattate".

Alcune cifre

Nelle operazioni di ricerca e soccorso sono stati effettuati 400 voli, 350 da velivoli civili e 50 da apparecchi militari e dall’elicottero della polizia cantonale di Zurigo. Impiegato anche un Super Puma per il trasporto. Oggi “130 agenti di polizia specialisti nel ramo della constatazione hanno effettuato ancora ricerche, unitamente a 15 cani”, ha proseguito Ciocco. Purtroppo “il controllo di quei tratti di fiumi effettuati ha permesso di rinvenire solo carcasse di animali”. A questi si aggiungono una 50ina di persone dedicate alla gestione del traffico, al censimento della popolazione e alla constatazione dello stato delle abitazioni, 45 militi della Protezione civile e una quindicina di pompieri. Si parla in totale di oltre 240 persone che agiscono sul territorio. Venendo alla situazione viaria, sullo snodo di Visletto la Val Bavona è bloccata poco dopo Cavergno fino a San Carlo. La Lavizzara invece fino a Fusio è funzionale, ma con alcuni restringimenti. Dal Pian di Peccia la fondovalle non è transitabile. Infine, Ciocco ha detto di "confidare affinché gli escursionisti evitino la Val Bavona. Questa non deve essere meta di escursioni o gite fino a quando la situazione non sarà normalizzata".

Una pagina internet per i volontari

Successivamente è intervenuto Federico Chiesa, capo ufficio Sezione del Militare e Protezione della Popolazione. "Abbiamo una cinquantina di militi nella zona, suddivisi tra uomini della Protezione civile del Locarnese e rinforzi della regione di Lugano Compagna". Di questi "25 sono al supporto del corpo pompieri di Cevio e dei Comuni toccati dall'evento". Il restante "fornisce acqua e sussistenza in supporto della popolazione". Per quanto concerne la questione volontari, "è stata creata un'apposita pagina internet con un formulario online sul quale gli aspiranti volontari possono annunciarsi, inserire i dati e scrivere in che ambito vogliono dare supporto". Al momento - ha specificato Chiesa - "la situazione è focalizzata al momento sulla ricerca dei dispersi e alcune zone non sono ancora in sicurezza, quindi per ora non possiamo cogliere il supporto di queste persone".

Il ruolo dell'esercito

Venendo all'esercito, oltre al già citato impiego di elicotteri, “a Bremgartner abbiamo un distaccamento del battaglione di intervento e aiuto in caso di catastrofe, pronto a entrare in azione in Ticino non appena riceveremo l’ok dei tecnici del Cantone per la posa del ponte in sostituzione di quello danneggiato a Visletto”, ha detto Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3.

Tempistiche ancora ignote per il ponte

Il geologo cantonale Andrea Pedrazzini ha invece spiegato che a monte di Cevio ci sono diversi punti dove si stanno mettendo in sicurezza gli argini e le zone dove ci sono state colate detritiche. Nel frattempo, ha ricordato, in queste ore a Visletto “si sta sviluppando il progetto per la realizzazione del ponte provvisorio. Stiamo lavorando praticamente h24 per progettare una struttura che permetta il traffico veicolare con le restrizioni del caso”. Al momento “non abbiamo ancora una tempistica per l’apertura al traffico”. Venendo agli aspetti maggiormente legati alla geologia, “abbiamo allestito un piano di emergenza in caso di forti precipitazioni, il quale prevede che in determinate zone vi siano degli sbarramenti o dei divieti di accesso”.