L’aumento della richiesta di cure psichiatriche per minorenni è una realtà mondiale, a cui il Ticino non si sottrae. L’offerta cantonale dovrebbe ora essere estesa, passando da 5 a 12 letti; l’attuale reparto di pedopsichiatria del Civico sarà infatti chiuso entro fine 2025 per la ristrutturazione dell’ospedale e l’Unità sarà trasferita in una ex clinica di Stabio. Lo vuole il Governo, che per l’operazione chiede al Parlamento un credito di 1 milione e 70mila franchi, e il pagamento di un affitto di 550’000 franchi annui.
La soluzione, pur essendo solo temporanea, dovrebbe garantire anche un miglioramento della presa a carico. “Da tempo cercavamo una soluzione più adeguata per i bisogni dei nostri giovani e siamo soddisfatti di aver finalmente trovato, dopo numerose ricerche, uno spazio che peraltro era già nato come destinazione di struttura sanitaria”, spiega a Ticinonews Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità. “Ritenevamo infatti inadeguata la presa a carico al 14esimo piano dell’Ospedale civico, in un ambiente chiuso, così come quella nei reparti per adulti”. La scelta è caduta sull’edificio in questione perché “abbiamo scandagliato il territorio e a Stabio siamo riusciti a individuare uno spazio che – se il Gran Consiglio sosterrà la proposta – nel giro di pochi mesi, con dei minimi interventi, potrà essere messo a disposizione per dare una risposta quantitativa e qualitativa ai bisogni di una parte della nostra gioventù”.
Tempistiche da rispettare
Come detto, quella individuata è una soluzione provvisoria: il DSS ha in programma di tenere attiva la sede di Stabio sino a fine 2027. Il Cantone intende infatti costruire la clinica pedopsichiatrica definitiva in via Lugano a Bellinzona. Contro questo progetto, tuttavia, sono stati interposti dei ricorsi. Se la situazione dovesse complicarsi, si potrebbe pensare di mantenere l'attuale proposta come definitiva? “Sappiamo che ci sono delle opposizioni, ma confidiamo di riuscire a garantire questi termini. La struttura di Stabio non sarà definitiva proprio perché è previsto, al termine di questo orizzonte temporale, che la Provvida madre possa poi insediarsi a sua volta nei nuovi spazi". Per tutti questi motivi "sarà importante riuscire a rispettare le tempistiche prospettate, anche se probabilmente non sarà facile”, conclude De Rosa.