Ticino
Nuovi compiti tra polizie: “Così ottimizziamo le risorse”
Redazione
3 ore fa
Presentato ai Comuni il rapporto sulla riorganizzazione delle polizie ticinesi. L'obiettivo è di ridefinire gli incarichi ed evitare i doppioni.

Alla polizia cantonale il pattugliamento del territorio e la relativa interventistica H24 in caso di rapine, furti, incidenti. Alle comunali, i compiti di prossimità e dialogo stabiliti dal Comune. Si potrebbe riassumere così la nuova organizzazione dei corpi di polizia progettata dallo speciale gruppo di lavoro voluto dal Consiglio di Stato. Annunciato a inizio anno con l’obiettivo di evitare i doppioni e di ottimizzare le risorse, il relativo rapporto è stato presentato giovedì sera agli enti locali. “In generale, il feedback che abbiamo potuto raccogliere è positivo”, spiega a Ticinonews il capo Sezione Marzio Della Santa. “Vi è magari preoccupazione per alcune situazioni che potrebbero venirsi a creare. In questo senso, gli spunti saranno recepiti dal gruppo di lavoro, che potrà così anche apportare una serie di modifiche per migliorare il contenuto del progetto”.

Anche perché il tema è da tempo sotto i riflettori della politica. A dividere è soprattutto la proposta di un corpo unico. Ci si chiede se questo rapporto vi metta definitivamente una pietra sopra, ma per Della Santa “più che rimpiazzare, costituisce un’alternativa. Spetta al Parlamento cantonale decidere quale scenario futuro assicurare sul territorio cantonale per quanto attiene alla polizia”.

La strategia adottata

Un’ipotesi, quella sopracitata, che ha sempre trovato l’avversione dei corpi comunali. Da qui anche la necessità, ci spiega il coordinatore del gruppo di lavoro speciale Luca Filippini, di ottimizzare quella che è la situazione attuale. “Ci siamo chiesti quali sono i compiti più adatti per le Comunali e quali invece necessitano di una risultanza uguale su tutto il territorio, e devono quindi essere gestiti da un organo superiore a livello cantonale", afferma Filippini. In questo modo "è possibile ottimizzare e togliere eventuali eventuali doppioni. In tutto ciò, abbiamo cercato di fare chiarezza per avere una soluzione ottimale delle risorse impiegate sul territorio”.  

I passi da compiere

La rivoluzione è servita, ma la strada è ancora lunga. Prima di confluire in un messaggio, il rapporto sarà presentato ai comandanti e sottoposto a consultazione. E già non mancano suggestioni: “Ci sono stati dei feedback più critici, ma adesso si tratterà di entrare nei dettagli e snocciolare i vari punti, con tutte le critiche del caso, in modo che si possa poi, a seguito della consultazione, redigere un rapporto finale all’attenzione del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio”, conclude Filippini.