
“O se ne arriva ad una oppure…”. Le parole pronunciate stamane da Gianni Frizzo prima di giungere a Lucerna per il secondo round della tavola rotonda sul futuro delle Officine di Bellinzona non lasciavano dubbi. O oggi se ne arriva ad una oppure alle Officine si torna a scioperare. Quello iniziato stamani alle 10.00 precise al Museo dei trasporti dovrebbe insomma essere l’incontro decisivo. Assieme al mediatore Franz Steinegger, attorno al tavolo delle trattative ci sono il direttore di FFS Cargo Nicolas Perrin, il consigliere di stato grigionese Stefan Engler ed i ministri Marco Borradori e Laura Sadis dal Ticino accompagnati da alcuni alti funzionari cantonali. Insieme ai membri del Comitato di sciopero delle Officine c’è pure l’economista Christian Marazzi che avrebbe già spulciato i dati forniti dalle Ferrovie, dati che dimostrerebbero che le Officine di Bellinzona non pesano sulle cifre rosse di FFS Cargo. Novità della giornata: alla tavola rotonda non è presente il direttore delle FFS Andreas Meyer, che secondo le prime voci raccolte qui a Lucerna dovrebbe trovarsi a Berlino per motivi non ben precisati. Un segnale che non lascia sperare in nulla di buono. Durante la tavola rotonda i sindacati ed il Comitato di sciopero hanno chiesto alle FFS di ritirare la lettera di intenti sull'accordo con la Hupac e le Ferriere Cattaneo. Questo non perché gli operai sono contrari a delle joint ventures future, ma perché secondo loro l'obiettivo principale deve essere il potenziamento a lungo termine della manutenzione dei carri a Bellinzona. red
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