
"Il ricorso diffuso a forme di insegnamento private e individuali rappresenta un rischio per il sistema scolastico cantonale, in quanto accentua le diseguaglianze e intacca il principio dell'equità che fonda la scuola pubblica ticinese". Sono queste le parole del Consiglio di Stato sollecitato sul tema. Un fenomeno che va monitorato e analizzato. Dopo un primo sondaggio condotto nel 2022, infatti, MpS e Gioventù Anticapitalista hanno realizzato una seconda inchiesta che conferma quanto rilevato tre anni or sono: almeno il 30% degli studenti del Liceo di Bellinzona frequenta (saltuariamente o regolarmente) lezioni di recupero a pagamento. A questo dato si aggiunge ora anche quello della Scuola di Commercio dove la percentuale sale a quota 37. "L'ultimo sondaggio che abbiamo fatto nelle scuole medie superiori del Bellinzonese conferma i dati del 2022. Più di un terzo degli studenti segue delle lezioni private che naturalmente hanno dei costi. Noi riteniamo che questo problema sia serio e urgente, come ha riconosciuto lo stesso Consiglio di Stato. Adesso bisogna prendere delle misure", sostiene il granconsigliere del Movimento per il Socialismo Pino Sergi.
"Non tutti possono permetterselo"
I costi sono a carico delle famiglie. In un anno si può arrivare a spendere fino a 1'000 franchi per figlio. "E non tutti possono permetterselo", ha sottolineato da parte sua il membro di Gioventù Anticapitalista, Giacomo Orelli: "È un problema che grava sulle spalle delle famiglie. Non tutti possono permettersi le lezioni a 30/40/50 franchi all'ora. È un fenomeno che amplifica le diseguaglianze sociali che la scuola pubblica dovrebbe tentare di sanare", spiega Orelli.
Una lacuna dalle scuole inferiori
Dalla maggioranza dei quasi 500 studenti interpellati emerge un disagio nei confronti di orari e carico di lavoro presso le scuole superiori ticinesi. Basti guardare le percentuali di bocciature nei primi due anni a livello cantonale. Il sondaggio del collettivo mostra pure le materie più ostiche, avanzando delle ipotesi sulle possibili ragioni: "Sono soprattutto materie scientifiche (matematica, fisica, chimica). Ci sono quindi difficoltà strutturali che hanno a che fare con gli ordini scolastici inferiori", afferma Giacomo Orelli.
"Agire con urgenza"
Entro l'estate è atteso uno studio promosso dal DECS. Le proposte contenute in una mozione invece non hanno trovato fortuna nella sessione di Gran Consiglio lo scorso gennaio. E così l'MpS torna alla carica: "Noi ribadiamo che se il dipartimento vuole studiare nuovamente questo fenomeno, i dati ci sono e non penso che usciranno nuove tendenze. Noi avevamo proposto come misura urgente di dotare le sedi di un pacchetto di ore che possa utilizzare per queste attività di recupero che nelle scuole pubbliche non vengono esternalizzate. Le sedi si organizzano poi come vogliono. L'importante è agire con urgenza a partire dal prossimo anno scolastico", conclude Pino Sergi.