Ticino
Orari di lavoro flessibili, Modenini: "Anche i sindacati devono prenderne atto"
Redazione
20 ore fa
Il direttore di Aiti Stefano Modenini analizza uno studio di Sotomo, secondo cui la flessibilità sul lavoro aumenta il senso di soddisfazione dei dipendenti. "È un modello che verrà sempre più richiesto". Per i sindacati non deve però essere soddisfatta solo la parte padronale.

Orari di lavoro flessibili riducono lo stress e aumentano il senso di soddisfazione dei dipendenti. Lo sostiene uno studio dell’istituto di ricerca Sotomo, realizzato su mandato dell'Unione Svizzera degli imprenditori, che ha coinvolto 1'670 persone. Ben l’81% degli interpellati si sono dichiarati a favore di questo modello che, secondo lo studio, favorisce la conciliabilità tra famiglia e lavoro. Sono quindi soprattutto genitori di figli minorenni a preferire modelli di orario più flessibili poiché consentono di coordinare meglio il lavoro quotidiano con i compiti di accudimento familiari.

Una tendenza sociale

Secondo il direttore di Aiti Stefano Modenini questo modello è già realtà in alcune aziende e verrà sempre più richiesto in futuro. A titolo di esempio cita un’azienda visitata la scorsa settimana in Ticino che ha “38 orari di lavoro diversi per circa 60 impiegati”. Una tendenza, quindi, di cui devono prendere atto anche le parti sociali. “I sindacati credono che flessibilizzare l'orario di lavoro significhi sfruttare la manodopera”, dichiara ai microfoni di Ticinonews. “Invece si tratta di una tendenza sociale: non è un'imposizione del datore di lavoro, ma è una richiesta degli impiegati. Questo comporta anche una revisione della legge federale sul lavoro, di cui si sta attualmente discutendo a Berna”.

Lotta agli abusi

Lo studio rileva anche come i modelli di lavoro flessibile offrano opportunità nella lotta contro la carenza di manodopera. OItre un quarto degli intervistati (28%) con un lavoro part-time potrebbe immaginare di aumentare la propria percentuale se il lavoro fosse più flessibile. Ma senza orari di lavoro chiari, chiediamo a Modenini, non c’è il rischio di incorrere in abusi? “Oggi”, spiega il direttore di AITI, “una persona può lavorare le ore da contratto entro le 14 ore di una giornata. A Berna si sta discutendo di passare a 17 ore. Quindi un dipendente potrebbe lavorare 8 ore nell'ambito delle 17 ore rese possibili. Questa tendenza segue ciò che chiede chi lavora: modulare la propria giornata di lavoro in base alle proprie necessità, come prendere i figli a scuola o prendersi cura di un parente malato. Non si può applicare a tutte le attività, ma a molte sì”.

La presa di posizione dei sindacati

Sulla flessibilità nel mondo del lavoro si è espresso anche UNIA. Per il segretario regionale Giangiorgio Gargantini è indispensabile che ci sia un accordo tra lavoratore e datore di lavoro. “Se si tratta di andare incontro alle proposte fatte dai lavoratori, ci troviamo d'accordo. Quello che non si vuole è una flessibilità che vada unicamente a soddisfare le richieste della parte padronale, vale a dire con il lavoro serale, al sabato o alla domenica".