
Nella giornata di sabato è stata divulgata la notizia secondo la quale alcune decine di eritrei avevano gettato nel caos la stazione di Como, tentando di salire senza biglietto su un treno diretto in Svizzera ed in seguito respinti dalla Polizia in assetto antisommossa.
Sull’argomento ha voluto esprimersi l’avvocato Paolo Bernasconi, che ha passato il sabato pomeriggio fra i cinquecento accampati alla stazione comasca e che era presente al momento dei fatti.Secondo quanto riferito da Bernasconi, non ci sarebbe stata nessuna minaccia e nessun diverbio. "Quattro poliziotti in tenuta antisommossa hanno semplicemente dissuaso, senza nessun intervento, una ventina di profughi, tra i quali diverse donne e bambini, dal prendere il treno per Chiasso".
"Una grave emergenza, invece - continua l'avvocato Bernasconi, membro onorario del Comitato internazionale della Croce Rossa dopo quasi trent'anni di militanza nell'organizzazione umanitaria - sul piano della legalità, anzi della illegalità: la strategia ticinese consiste nel chiedere alla Polizia italiana di impedire ai profughi di prendere il treno per presentare la loro domanda di asilo alle autorità svizzere. Una grave, per altro sistematica, violazione delle tre Convenzioni internazionali dell'ONU sull'accoglienza degli asilanti, sulla protezione dei minorenni e sul ricongiungimento famigliare."
Per mettere termine a questa strategia ticinese, la prassi più restrittiva rispetto agli altri Cantoni, l'avvocato Bernasconi denuncerà il caso all'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati a Ginevra.
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