Il monitoraggio di Amalia Mirante sulle presenze politiche nelle trasmissioni di RSI e TeleTicino –condotto da Avanti con Ticino&Lavoro fra il 1° settembre e il 31 dicembre 2024, anticipato questa mattina dalla Regione – evidenzia un'analisi delle rappresentanze dei partiti nell'arco di quei quattro mesi. Il PS risulta essere il più sovrarappresentato, con una visibilità superiore rispetto al suo peso elettorale, mentre la Lega è la forza politica più sottorappresentata, con differenze significative rispetto ai risultati elettorali, sia a Comano che a Melide. Altri partiti come il PLR e il Centro sono anch'essi meno rappresentati, mentre i partiti minori, come Avanti con Ticino&Lavoro e il Partito Comunista, sono praticamente ignorati o marginalmente rappresentati. Televisivamente e radiofonicamente inesistenti le formazioni minori, ovvero quelle che in Gran Consiglio non fanno gruppo. “Il servizio pubblico è finanziato dai cittadini e per ottenere questi finanziamenti bisogna rispettare delle regole”, afferma Mirante, “e tra queste - nel caso radiotelevisivo - c’è quella di dare un’equa rappresentanza anche delle varie sensibilità politiche”.
Il monitoraggio
Nello specifico, la presenza di 156 ospiti per la RSI e 204 per Teleticino in format politici è stata confronta con i risultati delle ultime elezioni per il Gran Consiglio, ma anche per il Consiglio nazionale. Una metodologia che presta il fianco ad alcuni interrogativi, ad esempio la differenza fra peso elettorale e attività politica, con alcuni partiti più intraprendenti di altri nel presentare atti parlamentari poi ripresi dalla stampa. Ma per Mirante “non sta ai partiti doversi inventare la maniera di essere interessanti agli occhi dei giornalisti. Questi ultimi - che lavorano per delle emittenti e che ribadiscono e ottengono finanziamenti pubblici - devono dare spazio agli eletti per permettere ai cittadini di vedere il loro operato politico e conoscere il pensiero di questi partiti in merito ai temi discussi”. Un'analisi più completa richiederebbe anche un lasso di tempo più lungo, e dovrebbe prendere in considerazione pure la durata degli interventi dei vari esponenti politici, così come la differenza fra un'intervista-ritratto o la partecipazione a un dibattito multiplo. Opinione in questo caso condivisa anche da Mirante. “Sarei ben contenta se ci fosse un istituto in Ticino dedito al monitoraggio, spalmato sui dodici mesi, in merito alle apparizioni mediatiche dei vari partiti, soppesando i minuti e l’importanza a loro dedicati. Sarebbe anche interessante legare questi dati all’audience di quel momento. Sinceramente, fatto questo esercizio, i dati dal mio punto di vista saranno ben peggiori, perché in questo monitoraggio abbiamo tagliato tutte le trasmissioni che fanno intrattenimento e che offrono una passerella politica ai soliti politici”, ha concluso Mirante.
Dalcol: “Uno studio in cui mancano molti aspetti fondamentali”
Dal canto suo, il direttore di TeleTicino Sacha Dalcol lo reputa un monitoraggio aneddotico. “È uno studio che ci dà sicuramente un elemento su cui ragionare, ma mancano aspetti fondamentali”. Per Dalcol mancano infatti i criteri sul come vengono organizzati i talk. “Il primo criterio riguarda l’attualità, il secondo il bilanciamento degli ospiti presenti sul plateau di ogni singola puntata, il terzo è il coinvolgimento dei protagonisti - perché non sono sempre disponibili o non vogliono esprimersi (motivo per cui si cerca un altro interlocutore) - e il quarto è l’efficacia degli interlocutori da invitare in studio”. Dalcol ha poi proseguito spiegando che per creare una trasmissione televisiva ci sono in ballo diversi fattori, “che questo studio evidentemente non tiene in considerazione”. Fra i talk presenti nel monitoraggio c’è anche Matrioska, condotto da Marco Bazzi, il quale – presente in studio – ha voluto sottolineare che nella puntata di questa sera ci saranno rappresentanti di Lega, UDC, PLR e PS, mentre saranno assenti Centro e partitini. Come mai? “La scelta è basata sull’equilibrio che si vuole creare in studio. Dipende quindi dai temi in discussione, non possiamo accontentare sempre tutti. È un tema che comunque si discute anche in Parlamento, dove i partitini vogliono più voce in capitolo”. Per Dalcol c’è inoltre un secondo malinteso in tutta questa faccenda: “TeleTicino non è una televisione dello Stato, né del Gran Consiglio. Siamo una TV di servizio pubblico e dobbiamo raccontare quello che succede secondo determinati parametri giornalistici. Poi è ovvio che ci vuole attenzione e vanno tenute in considerazione più opinioni e critiche mirate su alcune presenze. Siamo più che aperti alla discussione e al dibattito, ma non possiamo limitarci a questi numeri”. Un esempio è Daniele Piccaluga (Lega), ospite di Andrea Leoni per trenta minuti nella puntata del 29 gennaio di Detto Tra Noi. “Guardando i grafici appare evidente come la nostra emittente abbia più di 200 presenze politiche in 4 mesi. Inoltre diamo voce a tutti, lo facciamo dando un certo equilibrio in ogni trasmissione. Penso quindi di poter dire che nel nostro lavoro diamo molto spazio alla vita politica cantonale, e credo che sia molto importante sia per la democrazia che per i politici stessi. La stessa Mirante ha avuto parecchio spazio quando era il suo momento”.
Ceschi: “Un monitoraggio serio non va realizzato solo su 4 mesi”
“Amalia Mirante aveva promesso di mostrarci il monitoraggio prima della pubblicazione, scrivendo anche al direttore della RSI”, ci spiega dal canto suo il responsabile del Dipartimento informazione della RSI Reto Ceschi. “Ma alla fine non ha resistito alla tentazione di pubblicarlo prima. Aveva talmente tanta fretta che, a nostro avviso, è un’analisi con diversi punti deboli”. Primo su tutti, prosegue Ceschi, sono stati esaminati meno di quattro mesi, “ma un monitoraggio serio viene normalmente realizzato basandosi sui dati di almeno 9-12 mesi”. Quali i criteri utilizzati dalla RSI nella scelta degli ospiti quando si costruisce il dibattito? “Sono quelli di rappresentatività”, spiega Ceschi. “Quando organizziamo un dibattito su un tema in votazione – a livello sia federale che cantonale – ‘sì’ e i ‘no’ sono entrambi rappresentati, ma è ovvio che all’interno delle due fazioni c’è una spartizione fra le forze politiche, che rappresentano una parte piuttosto che un’altra”. Il sondaggio di Mirante segue quattro mesi in cui ci sono state due votazioni federali con sei temi fortemente polarizzanti. “Da un lato c’erano i rossoverdi e dall’altro i partiti di centrodestra. Questi sei appuntamenti hanno profondamente condizionato il monitoraggio, dove i piccoli partiti ticinesi non si sono espressi su questi temi, motivo per cui sono stati tagliati fuori. Ed è per questo motivo che sostengo che per essere serio, un sondaggio deve essere condotto su un periodo molto più lungo. D’altra parte, Amalia Mirante, oltre ad aver realizzato questo monitoraggio, fa parte di un partito”.