
Un pedaggio per attraversare il Gottardo. C’è chi parla di ritorno al Medioevo e chi sostiene sia la volta buona. Il tema è tornato oggi sui banchi di Palazzo federale, ma rispetto a quando la questione venne defenestrata le premesse sono diverse. A depositare una mozione infatti sono stati un consigliere nazionale del Centro, uno dei Verdi liberali e uno del PLR. Ed è proprio quest’ alleanza in campo borghese che, con il consenso della sinistra, potrebbe raggiungere i numeri sufficienti alla svolta.
Di cosa si tratta
La proposta è di introdurre un sistema di tariffazione flessibile per attraversare il tunnel in base al periodo: in alta stagione costerà di più, in inverno di meno. Per evitare travasi, il pedaggio sarebbe esteso anche al San Bernardino e una soluzione andrebbe trovata anche per il passo, come spiega ai microfoni di Ticinonews Stefano Dias, presidente dei Verdi liberali del Ticino. "Avere poi 20 chilometri di colonna sul passo del Gottardo non sarebbe ideale", afferma Dias. "Dobbiamo anche tutelare le montagne e i passi. Noi diamo comunque mandato al Consiglio federale di fare delle proposte e di analizzare cosa sia possibile fare. Riteniamo molto importante iniziare questo dibattito, perché se non cominciamo a discutere di trovare delle soluzioni, le cose potranno solo peggiorare". Inoltre, "si parla sempre di Gottardo, ma ricordiamo che colonne poi si spostano e arrivano automaticamente nel Mendrisiotto, dove c’è un altro imbuto. L'intero Ticino è dunque coinvolto”.
Il parere di Romano
Parlando di Mendrisiotto, il consigliere nazionale centrista Marco Romano abita nella regione e proprio oggi era presente a Berna. Per lui, il pedaggio è un’idea fuori luogo. “Non si può pensare di ridurre l’attraversamento della Svizzera dividendola in due e creando una regione il cui accesso costa di più rispetto a quello verso le altre", afferma Romano. "Per fare un esempio, lo zurighese si sposta senza problemi nei Grigioni anche quando c’è colonna. Secondo la proposta, lo stesso zurighese per andare in Ticino dovrebbe pagare un prezzo maggiorato. Questo non è assolutamente svizzero”. Secondo il deputato del centro, è alleggerendo il transito su tutto l’asse autostradale da Basilea a Chiasso che si rivolve il problema e qui la soluzione è una sola: si chiama vignetta. "Occorre domandarsi se non sia il caso di fare una vignetta particolare per attraversa unicamente la Svizzera con un mezzo maggiorato, proprio perché questa persona non esce dall’autostrada, non consuma nulla e non genera valore aggiunto, bensì solo traffico e quindi si crea un disincentivo", prosegue Romano. "Mi rendo conto che questo comporterebbe delle discussioni con i Paesi attorno, ma preferisco discutere con gli Stati limitrofi, piuttosto che avere un confronto tra le regioni in Svizzera e una regione che viene discriminata nei collegamenti interni”.
Possibili sistemi di deduzione
Una vignetta turistica che secondo il consigliere nazionale potrebbe costare anche 300 franchi. Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione europea, un pedaggio per l'uso delle infrastrutture speciali alpine è consentito dagli accordi bilaterali, ma con un tetto massimo di prezzo. E non ci possono essere discriminazioni: in concreto, uno svizzero dovrebbe pagare come un olandese in transito. Per non far pesare il pedaggio sui residenti di Ticino, Uri e Grigioni "si possono pensare delle compensazioni, a livello di imposta di circolazione o di livello fiscale", riprende Dias. "Già ora deduciamo i chilometri percorsi. Potremmo pensare di introdurre una deduzione anche per i pedaggi". E per quanto riguarda i turisti che vengono in Ticino e magari non vogliono pagare tale pedaggio "si potrebbero prevedere dei bonus o qualcosa che venga speso sul territorio dei vari cantoni toccati", termina Dias.
Chiesa: "Gli svizzeri non vengano toccati dal pedaggio"
Nel frattempo, anche una mozione depositata dal consigliere agli Stati dell’Udc Marco Chiesa chiede che l'eventuale pedaggio autostradale alpino per l’attraversamento delle gallerie a intensa percorrenza non abbia nessun costo per le automobili immatricolate in Svizzera. “Il prezzo non potrà essere discriminatorio, ma dovrà essere prevista la compensazione dei costi per le vetture elvetiche”, si legge nel documento firmato da Chiesa.