
Negli scorsi anni molti automobilisti ticinesi si sono ritrovati a pagare di colpo diversi pedaggi di Pedemontana rimasti scoperti. Spesso con importi maggiorati per effetto delle spese accessorie sostenute dalle diverse agenzie di recupero crediti cui la società si era rivolta per incassare gli scoperti.
Negli scorsi mesi, però, a ricevere questi solleciti ci sono stati anche alcuni automobilisti che, in realtà, dalla Pedemontana proprio non ci erano passati. Il motivo? Una 'confusione' tra le targhe delle automobile e quelle delle moto.
In Svizzera, infatti, i numeri da due a cinque cifre possono essere attribuiti a entrambi i veicoli e non è raro che una moto e un’auto si ritrovino ad avere lo stesso numero di targa. A differenziarle è la forma, ma i sistemi di registrazione automatica non riescono a distinguerle, creando non pochi disagi a chi si trova a dover saldare i passaggi in realtà effettuati da un'altra persona.
Lo sa bene Sergio, un nostro lettore che dal 2014 ad oggi ha pagato più di 1'000 euro di fatture e solleciti per passaggi mai effettuati. Anche lui, ci spiega, è rimasto vittima della ‘confusione delle targhe’ che ha colpito l'automobilista che la scorsa settimana ha raccontato la sua disavventura a La Regione (vedi articolo suggerito).
Il nostro interlocutore è un libero professionista nel settore dell’edilizia che viaggia molto in Svizzera interna ma quasi mai in Italia e il suo furgone ha la sfortuna di avere lo stesso numero di targa di una moto il cui proprietario, lui sì, oltreconfine circola molto spesso. "Il motociclista non ha mai ricevuto richieste di pagamento dei caselli: Pedemontana ha sempre mandato le procedure d'incasso a me al posto di registrare nel sistema il passaggio del suo motoveicolo", ci spiega Sergio.
Solo la verifica manuale degli operatori è in grado, per ora, di distinguere le due targhe, ma viene effettuata in caso di dubbi o reclami da parte dell’utente e l’operatore deve in ogni caso risalire a un’eventuale foto chiarificatrice. “Peccato che spesso questa foto non sia disponibile”, si sfoga il nostro interlocutore.
Sergio, in passato, in passato ha contattato il motociclista invitandolo a saldare gli scoperti. O perlomeno di pagare i pedaggi. Quest’ultimo, però, chiede (giustamente) delle prove che lo colleghino a questi passaggi, ma come detto non vi sono foto disponibili, e la geolocalizzazione del telefonino di Sergio non è considerata valida. “Potrei aver dato il mio telefono a un amico per far finta di essere in un'altra città o Cantone. Per questo non è una prova ammissibile”, ci spiega.
Sergio ha provato a contattare Pedemontana oppure una delle società incaricate di recuperare gli scoperti. “Mi hanno risposto una volta, ma senza dar seguito alla mia segnalazione”. Dunque non gli resta che un'opzione, ovvero cambiare targa. Contrariamente a quanto avviene in caso di clonazioni o furti, però, Camorino non offre gratuitamente questo tipo di sostituzione. Ma di mettere (ancora) mano al portafogli Sergio proprio non ne vuole sapere. Anzi, annuncia battaglia dopo essersi più volte rivolto anche ai media. “Non mi fermo. Oltre al danno sarebbe l’ennesima beffa dopo aver pagato come un disperato”.
Cosa fare in questi casi?
Per saperne di più abbiamo contattato Pedemontana per capire come comportarsi in casi come questo. L’utente, spiega l'ufficio stampa, può contestare la richiesta di pagamento utilizzando il modulo di segnalazione allegato alla lettera di sollecito inviata dalla società di recupero crediti. "In caso di contestazione da parte dell’utente, la società di recupero crediti provvede ad effettuare gli accertamenti necessari, anche mediante consultazione della documentazione fotografica, che rimane negli archivi della società fino all’avvenuto pagamento". Qualora venisse appurata l’erronea generazione della lettera di sollecito, la pratica viene annullata e l’azione prosegue nei confronti dell’effettivo responsabile. In sostanza, bisogna agire subito una volta ricevuto il primo sollecito.
La Svizzera, come detto, è l’unico Paese con questo sistema di immatricolazione in base al quale un’auto e una moto possono avere lo stesso numero di targa. Per ovviare e questo problema "la Società sta effettuando le analisi necessarie al fine di valutare le eventuali implementazioni dei propri software di esazione per gestire la casistica in argomento". Casi simili, infine, "rappresentano un numero assolutamente marginale rispetto all'enorme mole di transiti effettuati da clienti ticinesi".
Se la targa è stata clonata
Se la propria targa è stata clonata, si può chiedere alla Circolazione una dichiarazione attestante l’effettiva immatricolazione del veicolo. Anche in questo caso è possibile contestare eventuali passaggi mai effettuati utilizzando il suddetto modulo di segnalazione.
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