Ticino
Pensioni statali alle urne, le spiegazioni dell'Istituto di previdenza
©Chiara Zocchetti
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Redazione
4 mesi fa
Le misure di compensazione oggetto del voto servono a garantire ai dipendenti statali circa le stesse pensioni attuali e stabiliscono che dal 2025 i contributi dei dipendenti aumenteranno dello 0,8%, mentre quelli dei datori di lavoro del 2,2%. Provvedimenti senza i quali, secondo il direttore dell'IPCT Daniele Rotanzi, l’Istituto di previdenza avrebbe poco margine di manovra.

Tra i vari oggetti in votazione il 9 giugno, i ticinesi si dovranno esprimere anche sulle misure di compensazione per le pensioni statali. E ieri mattina si è inserito nel dibattito anche l’Istituto di previdenza stesso, mettendosi a disposizione dei media per alcune spiegazioni tecniche. Partiamo dunque da questo punto: “Il tasso di conversione trasforma il capitale di vecchiaia che il singolo assicurato ha accumulato al momento del pensionamento in una rendita annua”. Ciò significa che più è basso, più bassa sarà la pensione.

Come noto, l’istituto di previdenza del Canton Ticino è già andato in questa direzione, perché entro il 2031 il tasso di conversione dovrà passare dal 6,17% al 5,25%. I motivi sono l’aumento della speranza di vita e la revisione al ribasso del rendimento degli investimenti. “Sono le dinamiche macroeconomiche in atto in ambito finanziario ad almeno un paio di decenni”,  spiega ai microfoni di Ticinonews il direttore dell’IPCT Daniele Rotanzi. "Fino agli anni ‘90 i rendimenti obbligazionari erano superiori al 4%, mentre da inizio anni 2000 sono scesi verso lo 0%, e giocoforza le casse pensioni hanno dovuto diversificare i propri investimenti, andando ad investire in azioni, immobili e altre categorie". E soprattutto, "il rendimento globale atteso non è più il 4% di 20-30 anni fa, ma si è ridotto al 2,5, massimo 3, per cento”.

L’importanza dei provvedimenti

Ed ecco che arriviamo alle misure di compensazione, oggetto del voto. Queste servono a garantire ai dipendenti statali circa le stesse pensioni attuali e stabiliscono che dal 2025 i contributi dei dipendenti aumenteranno dello 0,8%, mentre quelli dei datori di lavoro del 2,2%. Provvedimenti senza i quali, secondo Rotanzi, l’Istituto di previdenza avrebbe poco margine di manovra. “Su quanto si andrà a votare il 9 giugno, ovvero l’aumento dei contributi destinati al risparmio, questa è la misura di compensazione principale, perché è strutturale”, afferma il direttore. “Noi abbiamo unicamente degli accantonamenti, di circa 300 milioni, i quali sono però limitati. Non è una misura che possiamo ripetere in eterno. Potremmo quindi fare qualcosa ad esempio per chi è più vicino al pensionamento e ha poco tempo per prepararsi a un eventuale cambiamento repentino delle proprie condizioni di pensione, ma sarebbe relativamente poca cosa”.

Gli accantonamenti

Questi 300 milioni di accantonamenti sono le misure di compensazione supplementari a carico dell’IPCT, pensate, appunto, in maniera particolare per chi non ha più una lunga carriera davanti a sé. “Il problema, se passerà l’aumento dei contributi, è che queste misure di compensazione esplicano i propri effetti per chi è giovane, mentre per chi è vicino alla pensione si ha un effetto marginale”, precisa Rotanzi. Quindi “senza il nostro intervento con i 300 milioni, queste persone avrebbero comunque una riduzione dell’ordine del 10-15%”.

“Abbiamo un piano che ci fa dormire sonni tranquilli”

Infine, c’è un ultimo punto sottolineato dal direttore dell’IPCT: il 9 giugno si voterà sulle misure di compensazione e non sul risanamento della cassa pensione. Il piano di rifinanziamento è infatti stato deciso nel 2012. “Il Cantone aveva messo un contributo ‘una tantum’ di 454 milioni, che sembrano tanti ma in realtà, rispetto al deficit che si doveva coprire per obbligo federale, erano relativamente pochi, perché il deficit era di oltre 2 miliardi”. Si è dunque deciso, oltre a questa misura, di introdurre dei contributi di risanamento straordinari molto importanti. E proprio grazie a questi, “sull’arco dei prossimi 30 anni il nostro perito attesta che riusciremo ad arrivare all’obiettivo dell’85%. È vero, abbiamo il grado di copertura più basso della Svizzera, ma disponiamo anche dei contributi di risanamento più alti del Paese e abbiamo quindi un piano che ci fa dormire sonni tranquilli”, termina Rotanzi.

 

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