Ticino
"Perché i negozi scappano da Lugano?"
"Perché i negozi scappano da Lugano?"
"Perché i negozi scappano da Lugano?"
Redazione
8 anni fa
La chiusura della gioielleria Jolly Gallery One fa reagire Galeazzi: "Città poco attrattiva, bisogna svegliarsi!"

Lugano perde pian piano i propri pezzi pregiati nel settore del commercio: è notizia di oggi la chiusura della gioielleria Jolly Gallery One, che va ad aggiungersi a Bata, Viva, Oilily e Gioielleria Anghinoni, esercizi che hanno da tempo comunicato la loro decisione di chiudere i battenti. Gucci e Prada, si mormora, starebbero pensando di fare lo stesso.

Il negozio di Via Vegezzi è un vero e proprio simbolo storico di Lugano, e la sua chiusura dopo 30 anni di attività non ha lasciato indifferenti i luganesi. Tra i più critici Tiziano Galeazzi, capogruppo UDC in Consiglio comunale che su Facebook anticipa il proprio sfogo: “E ci si domanda perché chiudono i negozi? Possibile che non vi sia un piano comune tra commercianti, economia e politica affinché si possa salvare ancora il salvabile? Ne abbiamo discusso tante di quelle volte, eppure un esame di coscienza lo dovrebbero fare un po’tutti”.

Abbiamo quindi interpellato il diretto interessato che ci conferma come la situazione attuale sia “uno scandalo, una vera e propria emorragia che avevamo anticipato da tempo”.

Il problema principale è legato indubbiamente al prezzo degli affitti: “Ci sono negozi che devono pagare anche 30'000.- al mese, spropositati rispetto al periodo di crisi attuale. Lugano non è più quella di 30 anni fa e i proprietari di questi immobili dovrebbero rendersene conto e agire di conseguenza.”

Anche la politica è chiamata in causa: I negozi dovrebbero rimanere aperti anche in concomitanza con festività come Ascensione o Pentecoste: non è possibile che ci siano bus pieni di turisti che sistematicamente trovano tutto chiuso”.

Il problema però non si limita solo a orari di apertura e affitti. Secondo Galeazzi la situazione attuale è quella di una Lugano poco attrattiva anche e soprattutto a livello turistico. E la scarsa attrattività turistica, secondo Galeazzi, ha delle ripercussioni a livello commerciale. L’Ente del turismo, in particolare, è accusato di un preoccupante immobilismo: “L’Ente del turismo della città di Lugano dovrebbe attivarsi maggiormente: rispetto a cittadine come Locarno e Ascona che hanno gli hotel pieni siamo indietro anni luce. Dobbiamo essere una città più attrattiva per il turista, anche nei confronti di quello confederato, visto il problema del franco forte. Invece non si fa nulla.”

"Servono più manifestazioni e programmi di intrattenimento che coprano tutto il periodo dei ponti festivi, senza limitarsi al city brunch del giovedì", prosegue il capogruppo UDC, che propone ad esempio la creazione di pacchetti per famiglie e l’organizzazione di regate veliche per valorizzare il lago.

“Un ruolo importante – prosegue - lo deve giocare anche il LAC. Attualmente è sottoutilizzato e poco attrattivo: è stato presentato come un investimento per aprire Lugano all’estero e invece di attrattivo a livello internazionale c’è davvero poca cosa. Il museo, poi, non è praticamente valorizzato.” In questo senso, ci assicura, il gruppo UDC si muoverà.

Galeazzi conclude con una stoccata al tanto discusso e vituperato PVP: “Il gruppo interpartitico aveva già preannunciato la sua inadeguatezza e le ripercusisini negative nei confronti dei commerci, ma non ci sono mai stati dei correttivi, anche a fronte di 8'000 firma raccolte. “Io e Peter Rossi torneremo alla carica” ha assicurato.

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