Il Ticino, con 44’500 franchi, è il secondo peggior cantone per il reddito mediano, solo il Vallese fa peggio con 41’400. Anche tra i redditi più bassi, il nostro Cantone è terzultimo in Svizzera. Una situazione, che secondo uno studio del BAK Economics, è dettata dalla vicinanza con la zona euro e alle minori pretese salariale dei molti lavoratori frontalieri.
È per questo motivo che il gruppo della Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio chiede che da Berna arrivino più fondi nell’ambito della perequazione finanziaria. “Non è più accettabile che il Ticino riceva poco meno di 44 milioni di franchi (dati che valgono per il 2021) dalla perequazione finanziaria, mentre al Vallese giungano 785 milioni di franchi. Questo non tanto perché non sia corretto il versamento al Vallese (anche Argovia, per esempio, beneficia della solidarietà degli altri Cantoni per un importo di 489 milioni di franchi), quanto perché si deve poter innalzare la quota parte per il Ticino”, si legge nell’atto parlamentare della Lega, il cui primo firmatario è il capogruppo Boris Bignasca.
“La vicinanza con l’Italia e la forte presenza di lavoratori frontalieri devono essere molto più considerati. In questo senso si chiede che la Confederazione (non i Cantoni) intervenga con un maggior finanziamento al Ticino, così come fa con la perequazione dell’aggravio geotopografico (PAG) e con la perequazione dell’aggravio sociodemografico (PAS). Solo in questo modo il Ticino potrebbe essere risarcito per gli svantaggi legati alla sua vicinanza con l’Italia e soprattutto per la presenza massiccia di lavoratori frontalieri”.
Al Consiglio di Stato, il gruppo leghista chiede quindi di attivarsi “immediatamente presso la Confederazione per sanare questa situazione inaccettabile e che in questa difficile fase di pandemia sta diventando un vero affronto verso il Canton Ticino”.
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