Le autorità cantonali avviano un progetto pilota per agevolare la gestione delle catture nell’ambito della caccia invernale al cinghiale e favorire così le attività venatorie dei cacciatori. L’obiettivo principale è aumentare il numero di catture e ridurre la densità delle popolazioni di cinghiali in Ticino.
Un punto di ritiro agevolato delle catture
A partire dal 2023, per favorire un maggiore prelievo di questo ungulato, è stata introdotta la caccia estiva al cinghiale in aggiunta ai consueti periodi venatori di quella alta e di quella invernale al cinghiale. Per incentivare ulteriormente il numero delle catture, verrà ora avviato un progetto pilota rivolto ai cacciatori, ai quali sarà offerto un punto di ritiro agevolato delle catture. Il progetto prevede la possibilità di consegnare i cinghiali abbattuti a un punto collettore di Rivera (situato all’interno del Centro istruzione della Protezione civile). Gli animali considerati idonei al consumo, ovvero ineccepibili dal punto di vista della qualità della carne, saranno ritirati e remunerati con un compenso di 4 franchi al chilogrammo (considerando il peso in pelle). Questa possibilità verrà per il momento offerta per l’intero periodo della caccia invernale al cinghiale dal 16 novembre 2024 al 22 gennaio 2025, durante i giorni aperti alla caccia (mercoledì, sabato e domenica).
Lavorazione della carne
Gli animali ritirati saranno successivamente trasportati in un laboratorio di sezionamento e lavorati da un macellaio. Di principio, la carne ottenuta dopo la lavorazione sarà poi utilizzata all’interno della rete di refezione gestita dal Cantone come, ad esempio, nelle mense scolastiche. Questo permetterà inoltre, viene spiegato in un comunicato, “di valorizzare una risorsa alimentare a chilometro zero, quale è la selvaggina”. Il progetto “va anche nel senso di una miglior regolazione dei cinghiali e quindi di una riduzione dei danni da essi causati in agricoltura”. Un bilancio del progetto pilota verrà stilato al termine del periodo venatorio invernale. Questa opportunità verrà garantita solo fino a quando dovesse subentrare un’offerta privata analoga in grado di assicurare le medesime prestazioni.
La strategia cantonale
La peste suina africana (PSA) è una malattia innocua per gli esseri umani, ma molto pericolosa per i cinghiali e i maiali da allevamento. Al momento l’infezione non ha ancora raggiunto la Svizzera, ma la sua diffusione nel Nord Italia lascia presagire che anche il Ticino ne potrebbe essere toccato. Una delle principali misure di prevenzione previste dalla strategia cantonale per la gestione della PSA è la riduzione della densità delle popolazioni di cinghiali sul territorio cantonale, con un’attenzione particolare alle zone maggiormente popolate e alle fasce di confine. Un aumento delle catture di cinghiali, "contribuirebbe a ridurre la probabilità di arrivo e diffusione del virus nel nostro territorio, nonché a semplificare la gestione degli animali che potrebbero esserne colpiti".