
Non sono piaciute ai sindacati le dichiarazioni di Philipp Plein, rilasciate ieri a Tio/20 minuti, in cui lo stilista tedesco dichiarava “immorale” non licenziare in periodo di crisi per non pesare sulle casse dello Stato. La sua azienda era passata infatti da 140 a 110 dipendenti, per poi ridurre ulteriormente il personale, a causa della pandemia a 79 unità. 61 i posti di lavoro persi in totale, più il 20% del personale dei negozi per ammissione dello stesso Plein.
La reazione di UNIA
Le dichiarazioni di Plein non hanno mancato di suscitare polemiche e hanno ovviamente raccolto la dura reazione dei sindacati. Dapprima Unia aveva dichiarato ieri a La Regione che le scelte di Plein, più che morali o immorali, erano illegittime: “Il lavoro ridotto” specifica infatti il segretario regionale Giangiorgio Gargantini, “non è una misura di sostegno alle aziende, ma di preservazione dell’impiego”. Non reggerebbe quindi la difesa dello stilista di aver agito così per aver preservato le casse statali, specie perché probabilmente queste persone peseranno comunque sulla cassa disoccupazione, ma senza conservare il posto di lavoro.
La segnalazione dell’OCST
Si spinge ancora più in là il sindacato cristiano-sociale che sostiene la stessa posizione di UNIA e che ieri ha provveduto a segnalare Plein all’ispettorato del lavoro di Bellinzona, come riporta il Corriere del Ticino. “Passare da 140 dipendenti a 79 nel giro di sei mesi vuol dire aver messo in piedi una riorganizzazione di circa il 50%” ha dichiarato al CdT il sindacalista Paolo Coppi, “e quando si effettuano ristrutturazioni del genere, un interrogativo sorge spontaneo: sono state rispettate le regole?” In queste situazioni infatti, continua Coppi, stando al Codice delle obbligazioni, è necessario comunicare le misure di ristrutturazione agli uffici competenti, e “aprire un procedimento ed essere trasparenti, ad esempio sulla disponibilità a stabilire un piano sociale”. “Non vogliamo essere moralisti”, ha poi aggiunto, ”ma in Ticino ci sono delle regole che definiscono una via da seguire per i lavoratori e per i datori di lavoro. E viene spontaneo chiedersi perché Plein debba essere sempre al di sopra delle regole”. Ora starà all’ispettorato comunicare se lo stilista germanico abbia o meno seguito correttamente le procedure.
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