
I riflettori non sono accesi solo all'interno del Teatro Sociale di Bellinzona, ma anche sul futuro del teatro stesso. Lunedì prossimo il Consiglio comunale sarà chiamato a votare il contributo pubblico per la stagione in corso. Il messaggio municipale, in estrema sintesi, chiede al Legislativo il via libera a un contributo di 534mila franchi, così come al potenziamento del settore tecnico. Di per sé, nessuno in Consiglio comunale a Bellinzona mette in discussione questi soldi. Tuttavia, la valutazione sull’operato del Teatro Sociale realizzata della maggioranza composta da Plr, Centro e destra, suona come una sorta di ultimo avvertimento. "Si vorrebbe vedere finalmente questo teatro pieno di gente", commenta il liberale radicale Tiziano Zanetti. "Così purtroppo non è e le critiche formulate in passato sono rimaste inascoltate. Crediamo che la programmazione debba essere rivista e che si debba fare tutto il possibile per promuovere adeguatamente questo nostro gioiello, cosa che non avviene. A titolo di esempio, solo per rivedere il sito internet ci sono voluti più di tre anni".
"Aumentare le risorse"
Risultato: sul rapporto di maggioranza si legge che uno spettacolo su tre non raggiunge i 100 spettatori. Cifre, spiegano i socialisti presentando un rapporto di minoranza, che sarebbero però falsate dalla pandemia. Anche agli occhi di Lisa Boscolo, capogruppo di Unità di sinistra, alcuni aspetti, come la promozione, vanno migliorati. I toni, tuttavia, sono ben altri. "Questo teatro funziona", esordisce. "I margini di miglioramento però ci sono. Noi sosteniamo la professionalizzazione di un settore, quello tecnico e della cassa serale. Dobbiamo inoltre valutare un potenziamento della dirigenza del teatro, affiancando un direttore operativo a un direttore artistico. Se vogliamo fare crescere questo teatro, dobbiamo inserirvi molte risorse finanziarie".
L'MpS vuole una revisione dell'Ente autonomo
Chi invece sul futuro del Teatro Sociale è di tutt’altro avviso è l’MpS, che attraverso una mozione chiede di rivedere la gestione dell’Ente autonomo. Questa, a suo dire, sarebbe riflesso della mancanza di una politica culturale. Sergi critica il rapporto di maggioranza: "Insinua dei criteri aziendalistici. Si afferma, in sostanza, che siccome agli spettacoli l'affluenza sarebbe scarsa, la proposta culturale sarebbe sbagliata. È un'assurdità".
Dito puntato contro la pandemia
Per Gianfranco Helbling, direttore del Teatro Sociale, la gente sta però tornando in sala. "Lo vediamo dai dati dei primi spettacoli e dalla prevendita per i prossimi", ci spiega. "Ad andare in particolare è il teatro comico, ma anche sulle altre rassegne vediamo un ritorno del pubblico". Helbling conferma comunque che l'ultima stagione "è stata difficile", tirando in causa quale motivo le misure di contenimento del Covid. "Posso capire le preoccupazioni relative alle cifre dell'ultima stagione. Va però considerato che allora un terzo del pubblico non aveva diritto di venire a teatro perché non vaccinato. Altri potenziali spettatori, poi, non sono venuti per paura del virus o per il fastidio recato dalla mascherina. In questo contesto, il calo del pubblico si è comunque limitato al 25%, meno della media svizzera, che si attesta attorno al 30-40%".
Alta cultura e Barbara d'Urso
Alle critiche sulla programmazione, il direttore del Teatro replica che questa "risponde - giustamente - ai bisogni di tutto il pubblico. Pensando alla programmazione più popolare, abbiamo nomi come Giacomo Poretti, Antonio Cornacchione, Massimo Rocchi, Anna Mazzamauro e la Compagnia Flavio Sala. Addirittura, in finale di stagione, avremo Barbara d'Urso in una commedia. Siamo poi anche un'impresa culturale, i cui risultati si misurano in base al progetto culturale sostenuto".