Viabilità
PoLuMe, "lo svincolo di Mendrisio non è da ripensare"
© Ustra
© Ustra
Redazione
6 ore fa
L'Ufficio federale delle strade ha preso posizione dopo le notizie sul Progetto viario emerse sulla stampa nel corso della settimana. "Nessuna misura proposta comporta un ripensamento dello snodo autostradale di Mendrisio".

"PoLuMe: lo svincolo di Mendrisio non è da ripensare". Con questo titolo l'Ufficio federale delle strade (Ustra), ha preso posizione "dopo le informazioni incomplete apparse in questi giorni sulla stampa". Lo ha fatto, viene spiegato in una nota, "indipendentemente dai risultati che scaturiranno dall’analisi commissionata al Politecnico di Zurigo sulla priorità dei progetti".

"L'obiettivo è garantire un traffico fluido"

Lo scenario per il dimensionamento del progetto PoLuMe, "nel caso in cui il suo orizzonte di realizzazione venisse confermato nel decennio 2030, è stato stabilito al 2050", spiega l'Ustra. "Questo significa che le opere (numero di corsie, organizzazione degli svincoli e dei relativi incroci) vengono progettate per garantire un traffico fluido almeno fino a quella data. La definizione di un orizzonte è dovuta da una parte per non dimensionare per eccesso o per difetto le opere, e dall’altra per le difficoltà oggettive di stimare gli sviluppi futuri della mobilità a lungo termine e soprattutto in periodi di cambiamenti epocali come quello che stiamo vivendo".

"L'intera rete viaria deve essere in grado di smaltire il traffico"

Affinché la viabilità funzioni, "occorre tuttavia che l’intera rete viaria, e non solo quella nazionale, sia in grado di smaltire il traffico. A questo scopo, per fare fronte agli scenari di traffico oggi previsti per il 2050, che si verificheranno con o senza PoLuMe, USTRA ha creato un gruppo di lavoro dove sono rappresentati il Cantone, Ia CRTM e i Comuni direttamente coinvolti". Da questa collaborazione, tuttora in corso, "emerge che anche le reti cantonali e comunali, del resto localmente già oggi sovraccariche, dovranno adeguarsi all’evoluzione del traffico previsto per il 2050. Se ciò non avvenisse, anche gli effetti positivi di PoLuMe verrebbero alienati dalla mancanza di capacità della rete locale: in tal caso i costi dell’opera non sarebbero infatti compensati da sufficienti benefici".

"Nessun ripensamento dello svincolo"

Le analisi svolte, continua l'Ufficio federale delle strade, "dimostrano che anche alcuni raccordi alla rete locale dello svincolo di Mendrisio, già oggi sofferenti, nel 2050 non saranno più in grado di assorbire il traffico in uscita dall’autostrada per servire l’agglomerato; e questo non per una conformazione errata dello svincolo, ma per una mancanza di capacità di assorbimento della rete locale". Limitazioni e moderazioni del traffico che riducono le possibilità di entrata nel borgo, seppur in parte comprensibili, "vanno accompagnate da misure fiancheggiatrici (strade alternative o posteggi) per evitare che le colonne di rigurgito mettano a repentaglio la sicurezza dell’utenza autostradale". In questo senso - per l’autostrada - USTRA ha proposto delle misure "che sono ancora oggetto di affinamento e discussione con i Comuni, la CRTM e il Cantone. Le proposte non comportano un ripensamento (come è stato erroneamente scritto) dello svincolo, che si conferma all’altezza anche degli scenari 2050, ma leggeri adattamenti di alcune corsie di innesto o di uscita dalle rotonde, come pure la creazione di qualche by-pass". Non si dimentichi, infine, "che il progetto per la riorganizzazione dello svincolo di Mendrisio è nato alla fine del secolo scorso, venne pubblicato nel 2008, approvato nel 2011 e realizzato tra gli anni 2014 e 2017. L’orizzonte di riferimento alla base del progetto approvato era l’anno 2020". Le verifiche in corso per il 2050, conclude la nota, "dimostrano che quell’opera sarà ancora all’altezza dei tempi e potrà essere adeguata, con interventi marginali, all’evoluzione del traffico prevista anche dopo 30 anni dalla sua concezione. I tempi ciclopici tra l’ideazione delle opere e la loro realizzazione, dovuti in larga misura alle resistenze incontrate nel processo di accettazione e approvazione dei progetti, imporrebbero orizzonti di dimensionamento più lontani che la nostra società non è ancora disposta a considerare".