Sanità
Premi di cassa malati, parola all'ex direttore del DSS
Redazione
un anno fa
Prima di conoscere l'aumento dei premi di cassa malati previsto per il prossimo anno, con l'aiuto di Paolo Beltraminelli, ex consigliere di stato a capo del DSS, abbiamo cercato di rispondere ad alcune delle domande più frequenti che sorgono quando si parla di assicurazione malattia.

Oggi Confederazione e Cantoni sveleranno le carte sui premi di assicurazione malattia del 2024. Sono attesi aumenti tra l'8 e il 9% e in Ticino potrebbero essere anche maggiori. Prima di conoscere l'incremento che toccherà i premi per il prossimo anno, abbiamo provato a rispondere alle domande più comuni con l'aiuto di chi il sistema lo conosce da vicino: Paolo Beltraminelli, ex direttore del Dipartimento della Sanità e della Socialità (Dss).

Perché i premi di cassa malati aumentano costantemente?

"I costi continuano ad aumentare perché il fabbisogno di prestazioni sanitarie continua a crescere. Questo è legato all'invecchiamento della popolazione, a cui bisogna aggiungere medicamenti e apparecchiature sempre migliori, così come una certa tendenza a ricorrere spesso al medico. Di principio c'è una grande frustrazione nel costo dei premi, ma quando si ha bisogno non si guarda l'aspetto economico".

Perché in Ticino i premi aumentano più che in altri cantoni?

"Il Ticino è il cantone in Svizzera con il tasso maggiore di persone anziane, gran parte dell'aumento è riconducibile a questo. In più bisogna dire che avendo un'offerta diffusa sul territorio e vicino a casa, si tende ad avere più prestazioni".

È possibile invertire il trend?

"Invertire l'aumento dei costi sarà difficile, ma l'obiettivo è quello di contenere il rincaro perché l'invecchiamento continua. Per farlo ci sono già delle proposte molto interessati, che però faticano a ottenere l'approvazione del Parlamento federale. Una misura urgente è quella di pagare in modo unitario, da parte dei cantoni, le prestazioni sanitarie. Quelle ambulatoriali oggi sono interamente pagate con i premi, mentre quelle stazionarie sono a carico del Cantone nella misura del 55%. Avendo un finanziamento 'unitario', ci sarà un effetto sicuramente positivo".

La LAMal è superata?

"La LAMal è stata una grande intuizione, perché per la prima volta c'è stato un sistema di assicurazione malattia obbligatorio che aveva tre punti fondamentali: un accesso universale alle cure, quindi per tutti; una buona qualità delle stesse e un contenimento dei costi. Per quanto riguarda i primi due aspetti si può dire che il sistema funziona, mentre il terzo, purtroppo, è fallito. La LAMal come concepita oggi, ovvero un'assicurazione estremamente solidale, con il cambiamento demografico, quindi con una popolazione sempre più anziana, deve assolutamente essere ripensata. Di conseguenza va ridiscusso anche il suo sistema di finanziamento".

La cassa malati unica potrebbe essere una soluzione?

"Si parla molto della cassa malati unica e la popolazione è già stata chiamata alle urne per tre volte. A mio modo di vedere la cassa malati unica non cambia la struttura dei costi. È un modo diverso per pagare, ma non necessariamente porterà dei benefici a tutti i cittadini. Importante è rendersi conto che più prestazioni vengono riconosciute, più i costi aumentano".

 L’addio di Berset cambierà qualcosa?

"Sono molto preoccupati per questo cambiamento, perché oggi tutti -giustamente- sono frustrati per il rincaro dei premi. Guardando all'insieme degli ambiti sanitari si vede che tutti, indistintamente, lamentano costi maggiori e quindi chiedono un maggiore riconoscimento delle loro prestazioni. Far quadrare il cerchio sarà difficile e per farlo ci vogliono politici molto forti e autorevoli. Berset ha avuto la fortuna e la capacità di diventarlo e chi gli succederà dovrà entrare nel ruolo il più in fretta possibile. Questo non sarà facile".