Ogni giorno il vaccino anti-Covid si avvicina sempre di più al nostro Cantone, alla nostra realtà. Prima l’omologazione da Swissmedic, poi l’arrivo delle prime dosi sul suolo elvetico, poi la prima donna lucernese ad essere vaccinata in tutta la Confederazione. E ieri, la comunicazione da parte delle autorità cantonali su come procedere in Ticino. Dal 4 gennaio, infatti prenderà il via la campagna di vaccinazione e durante il mese di gennaio il Cantone riceverà circa 17mila dosi da somministrare innanzitutto ai residenti delle case per anziani e al personale. Tra questi però, ha spiegato ai colleghi di Teleticino il medico geriatra William Pertoldi, c’è molto scetticismo; sono infatti diverse le risposte negative ricevute dalle amministrazioni sanitarie in questione.
“Amministrazioni sanitarie ben informate”
Le tempistiche, come anche già dichiarato da Fabio Maestrini, sono state davvero strette. “Il Cantone ci ha dato la comunicazione il 22 dicembre spiegandoci le modalità di organizzazione, noi stiamo rapidamente ottenendo il parere dei famigliari e dei medici curanti per avere il consenso per questa vaccinazione”, spiega Pertoldi. “Siamo stati informati sulle caratteristiche del vaccino, sulle modalità di preparazione, siamo stati dettagliatamente informati sugli studi fatti su questi vaccini che ci stanno offrendo e ci hanno spiegato come sarà la catena di distribuzione”, prosegue. E aggiunge: “Io credo che le direzioni sanitarie e amministrative siano ben al corrente su quello che dovrà succedere, ma vedremo quanto sarà la penetranza di questo vaccino sulla popolazione”.
“Troppi no alla vaccinazione”
Pertoldi sulle adesioni si dice “stupito”, ma in modo negativo. “Troppe le risposte negative alla vaccinazione, la cosa mi rende assai perplesso”, commenta. “L’avventato pericolo di effetti collaterali è messo in contrapposizione ai reali benefici della vaccinazione che salva le vite. I nostri residenti hanno spesso dei medicamenti che sono pesanti e molto più gravosi di effetti collaterali rispetto alla vaccinazione”, sottolinea il medico. “Sono stupito di vedere così tante risposte negative sia da parte dei residenti e i loro famigliari, sia da parte del personale”.
“Le autorità cantonali dovranno indicare cosa fare”
In termini generali, comunque, non è ancora chiaro come si dovrà agire quando il personale o i residenti non potranno vaccinarsi per ragioni allergiche o altre patologie. “Non abbiamo ancora nessuna disposizione, le autorità cantonali dovranno valutare quali conseguenze ci saranno con personale curante vaccinato e non. Ma la stessa cosa vale per i residenti, avremo quelli vaccinati e quelli non vaccinati”. La vaccinazione non è obbligatoria e sicuramente andranno a crearsi diversi scenari che, sostiene Pertoldi, “dovranno essere gestiti dal Cantone che indicherà il da farsi”. “Siamo davanti a una vaccinazione che dovrebbe essere di massa, di salute pubblica e noi le risposte in questo senso non le abbiamo e le autorità dovrebbero aiutarci”, conclude il medico.
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