Manifestazioni
Preventivo 2025, sindacati di nuovo in piazza contro i tagli
© Ticinonews
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Redazione
13 ore fa
No ai tagli alla scuola, al sociale e ai sussidi di cassa malati ma anche carovita totale ai dipendenti pubblici. Queste le richieste dei sindacati tornati oggi in piazza contro le misure di risparmio cantonali proposte dal Governo. “Il rischio è che il Ticino diventi un far west con i forti che prevaricano sui più deboli”, spiegano.

I sindacati sono scesi oggi in piazza a Bellinzona per dire “no” ai tagli alla scuola e al sociale, così come al carovita totale ai dipendenti pubblici. Sul posto si è recato Ticinonews, dove ha incontrato Xavier Daniel, segretario regionale di OCST, che insieme ad altri sindacati ha organizzato questa manifestazione. Una Bellinzona piovosa, dove riecheggiavano le note tipiche del far west di Ennio Morricone, perché è un po' questo il tema della manifestazione. Secondo i sindacati il nostro Cantone sta rischiando di diventare un far west. “Lo slogan è voluto perché nel vecchio west non c’era lo Stato e i più forti si prendevano quello che volevano, andando contro i deboli le loro volontà. Quindi noi siamo qui oggi per dire che se andiamo avanti così, continuando a tagliare e ridurre le risorse - soprattutto alla popolazione più debole -, ci ritroveremo in quella stessa situazione”.  Un chiaro riferimento al Preventivo 2025, presentato poche settimane fa, che prevede tutta una serie di misure che vanno ad incidere – come detto – sui settori del sociale, della scuola e sulla cassa malati. Una sorta di fotocopia dell'anno scorso.

Molti i rappresentati presenti

In piazza erano presenti centinaia di rappresentanti di quei settori, molti meno però rispetto all’anno scorso. Colpa solo della pioggia o forse la gente è stufa? “Sicuramente la pioggia non ha aiutato, però sono sicuro che è solo una prima. Infatti siamo in anticipo rispetto all'anno scorso, quindi aspettiamo anche che il Parlamento sveli le sue carte, perché abbiamo visto che ci sono diverse misure di entrata di denaro che sono state tagliate e bocciate, quindi il preventivo peggiora”, spiega Daniel. “Vedendo cosa succede con le raccolte firme ulteriori che propone una certa destra sicuramente credo che questa sia una prima e se sarà necessario ce ne saranno altre e sicuramente la gente lo sa, si sono molto mobilitati sui posti di lavoro e sicuramente sono pronti a venire in piazza per manifestare il loro malcontento”. Anche perché in fondo è proprio questo che viene rimproverato alla classe politica: la mancanza di una visione.

“Le iniziative del centro-destra sono superficiali”

Daniel ha citato l'iniziativa di una certa frangia politica, un riferimento – si deduce – al centro-destra che intende limitare il numero di dipendenti pubblici. Voi quindi rimproverate l’avanzare delle iniziative che limitano la spesa e la mancanza di visioni? “Sono iniziative che noi ribadiamo essere delle azioni per sparare nel mucchio, sono superficiali. Non c'è la volontà e la voglia di andare ad analizzare dipartimento per dipartimento o spesa per spesa, anche se è fattibile e si deve fare. Quantomeno che facciano delle proposte che siano intelligenti e pragmatiche e che diano un avvenire al nostro Cantone”.

“Non temiamo di rimanere soli”

L’anno scorso - lo ricordiamo - c'era una folta presenza in piazza, al punto che i partiti presenti in Gran Consiglio hanno rivisto il preventivo. Una decisione forse voluta anche a causa delle elezioni all’orizzonte. Quest’anno la situazione è però differente. C’è quindi il timore di non trovare quel sostegno? “No, non temiamo di rimanere soli. Credo che facciamo delle rivendicazioni che sono oneste, percorribili e dignitose. Io sono abbastanza sicuro che le discussioni in Parlamento porteranno a risolvere alcuni elementi. È infatti chiaro che le nostre richieste sono importanti, come il rincaro per il quale ci sarà una dura battaglia al fine di riuscire ad avere una maggioranza e portare delle soluzioni che siano percorribili a livello di Gran Consiglio”.

“Per parlare di sciopero è ancora troppo presto”

La votazione dello scorso giugno aveva lasciato il Ticino spaccato in due tra dipendenti del settore pubblico e privato, quali saranno quindi i prossimi passi? Lo sciopero è forse da tenere in considerazione? “Parlare di sciopero è estremamente anticipato. Sicuramente faremo una risoluzione assembleare e faremo le nostre richieste al Parlamento e al Governo. Da lì in avanti vedremo quale sarà la loro risposta e conseguentemente quali le prossime azioni o misure che verranno proposte da qui alla discussione effettiva sul preventivo. Preventivo il cui deficit è già peggiorato di diversi milioni”.