Energia
Pronini:"Nel 2025 l'energia potrebbe costare meno, ma..."
©ALESSANDRO CRINARI
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Redazione
16 giorni fa
"C'è un moderato ottimismo però la crisi non è finita. La situazione internazionale è incerta e in Svizzera basta un guasto a una centrale per avere problemi".

Una buona produzione di energia nel corso del 2024, anno caratterizzato, sinora, da precipitazioni abbondanti e un bel po' di neve che permetterà il riempimento dei bacini idrici, potrebbe portare a un abbassamento dei prezzi dell'energia, dopo anni di aumenti. La crisi, in ogni caso, non è ancora finita, perché nel mondo ci sono molte situazioni di incertezza, dall'Ucraina al Medio Oriente, e basta un problema ad una centrale svizzera per rimescolare le carte anche a livello nazionale. Dopo l'ottimismo mostrato dalla Commissione Federale dell'Energia, anche il direttore di AET Roberto Pronini, ai microfoni di Ticinonews, parla di un quadro tutto sommato positivo nel panorama energetico.

"Il 2023, un anno asciutto e caldo. Ma nel 2024 sinora ha piovuto tanto"

"In Ticino abbiamo avuto un 2023 molto asciutto, col 22% in meno di produzione decennale. L'inizio del 2024 invece è stato buono, abbiamo avuto un marzo decisamente sopra la media, con molte precipitazioni, per cui direi che fino all'autunno non avremo problemi particolari di approvvigionamento. Sarà importante capire se la seconda metà dell'anno sarà perlomeno in media a livello di precipitazioni. Anche le temperature sono e saranno fondamentali: nell'inverno  2023-24 è stato molto mite e caldo e abbiamo risparmiato, a dipendenza del distributore, tra il 5 e il 10% dei consumi, questo ha permesso di avere un inverno tranquillo dal lato energetico per la Svizzera", spiega Pronini, portando un quadro generale. "Attualmente i bacini sono praticamente vuoti, come d'abitudine in questo periodo perché sta iniziando lo scioglimento delle nevi, prevediamo di riuscire a riempirli per fine settembre per essere pronti l'inverno successivo. I metri di neve che abbiamo in montagna specialmente sopra i 2000m sono sopra la media, quindi siamo ottimisti di riuscire a riempirli in buona parte già con le riserve che abbiamo di questo inverno".

Pronini: "Per il 2025 le tariffe potrebbero scendere"

Una situazione che potrebbe, alla fine, avere un riflesso sul portafoglio dei consumatori, provati da anni in cui l'energia è stata una delle voci preponderanti. "A corto termine i prezzi sono già fissati quindi non cambierà", sottolinea Pronini, aprendo però al futuro: "Le nuove tariffe per il 2025 verranno pubblicate a fine agosto. È probabile che una buona produzione nel 2024 aiuti a far diminuire le tariffe per il cliente finale". Utenti che da quando è in atto la crisi energetica consumano meno, anche se il direttore di AET non sa dire se è stato grazie alle varie campagne di sensibilizzazione o per merito delle temperature miti.

Moderato ottimismo, ma la crisi non è finita

Non si può comunque cantar vittoria: la situazione internazionale è, ed è sotto gli occhi di tutti, ancora molto volatile. "L'evoluzione è incerta. Abbiamo una guerra nucleare ancora attiva, ci sono i problemi che scuotono il Medio Oriente e negli ultimi due mesi abbiamo visto che il mercato dell'energia scende fino a fine febbraio per risalire in modo importante nelle ultime settimane. Tutto dipenderà dunque da cosa succederà nell'Est. A ciò aggiungiamo che diverse centrali di produzione in Germania cesseranno la loro produzione". Esprime in ogni caso un "moderato ottimismo", consapevole che "siamo sicuramente messi meglio rispetto ad anni fa e nel frattempo la Svizzera ha costruito nuovi impianti solari, quindi è un po' meno dipendente dall'estero. Al contempo non scordiamo che abbiamo avuto uno degli anni più caldi degli ultimi 10 anni.  Quindi sicuramente andare a costruire più energia è positivo, però basta che una centrale nucleare in Svizzera esca di servizio in modo improvviso e subito andiamo in sofferenza".