Ticino
Protesi e tumori, "nessun allarme"
Protesi e tumori, "nessun allarme"
Protesi e tumori, "nessun allarme"
Redazione
6 anni fa
Martino Meoli, chirurgo plastico: "Si parla del rarissimo linfoma anaplastico a grandi cellule, controllabile estraendo le protesi e la capsule circostanti"

La notizia è passata quasi in sordina: ma non del tutto inosservata. Del resto, quando si parla di protesi al seno e tumori, prima o poi qualcuno si preoccupa. A questo proposito, alcuni giorni fa, l’azienda irlandese Allergan ha sospeso in tutta Europa la vendita delle sue protesi testurizzate, Svizzera compresa. Si tratta di di un mercato che, nel solo 2018, si aggirava sui 60 milioni di dollari. Il motivo? Si sospetta una correlazione tra questo tipo di protesi ed una rara forma di tumore.

Detto questo, va specificato che da più parti è arrivato un richiamo alla calma, perché sempre di sospetti si parla e non ancora di incontrovertibili evidenze scientifiche. Fatto sta, che la Allergan ha comunque preferito ritirare il prodotto dal mercato europeo. Questo tipo di protesi è stato impiantato a migliaia di donne in tutto il mondo. E la Svizzera non fa eccezione. Che fare, dunque? Tanto per cominciare, nessun allarmismo, come conferma ai microfoni di TeleTicino il chirurgo plastico Martino Meoli.

"Assolutamente non c'è motivo di panico. Questi casi sono rarissimi: si parla del linfoma anaplastico a grandi cellule, un tumore rarissimo. Si tratta comunque di una malattia, che ha un decorso lentissimo controllabile togliendo chirurgicamente le protesi rispettivamente la capsula circostante la protesi".

A dare il la a tutta la faccenda è stata l’Agenzia Nazionale Francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari che ne ha ordinato il ritiro subito dopo la scadenza del marchio CE.

Quello, in sostanza, che ne dovrebbe garantire la sicurezza. Allergan ha difeso il proprio prodotto e la stessa agenzia francese ha dichiarato di non aver identificato alcun rischio sanitario immediato per le donne, che hanno ricevuto gli impianti. Ma intanto la frittata è fatta.

La Regione Toscana, per esempio, ha deciso la sorveglianza attiva sulle donne, che hanno queste protesi, la diffusione di linee di indirizzo per la gestione delle pazienti, un numero dedicato, e una puntuale comunicazione ai cittadini.

Una donna a cui dovessero aver impiantato queste protesi cosa deve fare? "Innanzituto può stare serena senza andare in panico. Se dovesse cambiare la forma, se dovesse avere dei dolori o dei disturbi dai 6 mesi in su dopo l'intervento, dovrebbe consultare il chirurgo plastico che deciderebbe se fare un'ecografia rispettivamente delle altre analisi".

Maggiori particolari nel servizio del TG di TeleTicino in onda dalle 18.45

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