
Era il 31 gennaio e l’Unione sindacale svizzera (USS) metteva in guardia: i nuovi accordi bilaterali tra la Svizzera e l'Unione europea mettono a rischio la protezione dei salari. Per avere un nullaosta dovranno soddisfare una serie di richieste votate dall’Assemblea. Il 19 febbraio Cantoni e le parti sociali giungono a un’intesa sulle misure. Il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard dichiara che il Consiglio federale ha ufficialmente riconosciuto che gli accordi indeboliscono la protezione dei salari. E ieri, 21 marzo, è infine giunto l’annuncio del consigliere federale Guy Parmelin, frutto di una sessantina di incontri. Il Consiglio federale – lo ricordiamo – ha messo in consultazione non solo le tredici misure accordate, ma ne ha aggiunta una quattordicesima sulla tutela dal licenziamento. Per il segretario regionale di UNIA Giangiorgio Gargantini questa protezione è ancora più importante nel caso specifico del nostro cantone.
Gargantini: "Lo standard attuale non è più sufficiente"
“La particolarità, in quanto sindacato ticinese, è quella della necessità di migliorare questa protezione, e non soltanto mantenere lo standard attuale. Questo perché la situazione in Ticino dimostra quanto il mantenimento dello standard attuale non sia sufficiente”, ci ha spiegato Gargantini. “Quindi quello che vogliamo capire adesso è in che modo queste misure potrebbero o meno andare a migliorare la protezione attuale. Quindi la situazione sul mercato del lavoro ticinese”. Un mercato del lavoro che soffre il problema del dumping salariale molto più di altri cantoni di frontiera. “Ci sono altre regioni svizzere che hanno gli stessi tassi di lavoratori frontalieri che il Ticino. A essere molto più ampio in Ticino è semplicemente il divario salariale di condizioni di lavoro. E questo a dimostrazione che la problematica non è la frontiera, e quindi l'eventuale apertura, ma l'uso che se ne fa e l'uso che ne fa una parte del padronato ticinese”. Per il segretario UNIA, è proprio questo il motivo per cui questo problema trova maggiori sensibilità in Ticino rispetto ad altri Cantoni. “Per questo saremo più attenti e più presenti in questo dibattito”.
Una misura che non va giù all’USS
Per garantire il proprio sostegno agli accordi i sindacati vogliono che l’intero pacchetto venga accettato. Ma c’è già una misura che non piace all’unione svizzera degli imprenditori: quella che riguarda la protezione contro il licenziamento. “Ci sono evidentemente degli aspetti importanti che saranno fondamentali per noi, come la discussione che si aprirà. E questo perché quel punto in particolare è un’aggiunta del Governo non negoziata all'interno del partenariato sociale sulla protezione contro il licenziamento. È evidente che per noi un reale avanzamento nella situazione della protezione contro il licenziamento sarà fondamentale per poter dare sostegno all'intero pacchetto”, ha concluso Gargantini.