
Sono state consegnate questa mattina a Palazzo Civico a Lugano le firme per il referendum contro l'aumento delle zone 30 in città. I promotori della campagna "Fermi tutti" ne hanno raccolte 4'450. "Il numero è importante e abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra", commenta Lukas Bernasconi, co-presidente del comitato referendario, ai microfoni di Ticinonews.
Un iter travagliato
Il Consiglio comunale di Lugano, ricordiamo, lo scorso 10 febbraio ha approvato un credito di 1,39 milioni per trasformare quasi il 60% delle strade comunali in zone 30. Una decisione che per il comitato referendario "Fermi tutti" - composto soprattutto da esponenti di UDC e Lega, ma anche da alcuni de il Centro, PLR e Avanti con T&L- penalizza la mobilità privata e danneggia il commercio locale. "Il messaggio che è arrivato in Consiglio comunale ha avuto un iter difficile", ricorda Bernasconi. "È stato respinto dalla commissione dell'edilizie e dalla commissione della gestione. Si è poi arrivati in Consiglio comunale con dinamiche un po' diverse. Chi aveva firmato per il no ha poi cambiato idea. Ma c'è stata una controversia dietro questo messaggio".
Parola ai cittadini
Il comitato, sottolinea ancora Bernasconi, non è di per sé contrario alle zone 30, ma a una loro generalizzazione. "Dove è necessario il limite di 30 km/h va bene, come scuole, ospedali, case anziani o strade a bassa intensità di traffico. Ma i lavori di analisi delle strade non è stato fatto. La cartina presentata con il messaggio dava un 30 km/h a tappeto in tutto il centro città". Ora spetterà ai cittadini esprimersi democraticamente sulla misura che impatterà sulla viabilità.