Lugano
Renzetti: "Soddisfatti per la demolizione", Sartori: "La cultura indipendente è una necessità"
© Chiara Zocchetti - Ticinonews
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Redazione
21 ore fa
Respinto l’appello contro la demolizione dello Spazio Morel di Lugano. Una sentenza del Tribunale federale resa pubblica ieri concede il via libera ai lavori per il nuovo progetto. Sulle ceneri del vecchio garage sorgerà un complesso residenziale che negli ultimi anni ha fatto molto discutere.

Il Tribunale federale scrive la parola fine sulla vicenda dello Spazio Morel, storico simbolo della cultura alternativa a Lugano. Con la sentenza del 26 novembre, resa pubblica ieri, i giudici di Mon-Repos hanno in parte respinto e in parte dichiarato inammissibile l’appello contro la demolizione del Morel e la costruzione, al suo posto, di un complesso residenziale. Una decisione che chiude un caso lungo e controverso, oggetto di una dura opposizione da parte della Comunione dei comproprietari di un condominio vicino. Una sentenza che, secondo il presidente di Art Building e promotore del nuovo progetto Angelo Renzetti, sarebbe dovuta arrivare molto prima. “La domanda di costruzione si è protratta più del normale. L’abbiamo presentata nel 2015 e siamo arrivati fino a fine 2024. E questo solo per ottenere una licenza edilizia, quindi è una cosa inspiegabile”.

Un processo durato 9 lunghi anni

Un processo che ha quindi richiesto ben 9 anni. Ma quali sono state le tappe fondamentali di questo percorso? “Abbiamo dapprima presentato il progetto, che ha visto però dei correttivi a causa dei diversi ricorsi. Quello definitivo è stato quindi proposto solo nel 2019, quando è iniziato questo ulteriore iter di ricorsi che si è protratto fino ad oggi”, spiega sempre Renzetti. Adesso, per Art Building, restano da completare gli ultimi passaggi burocratici. Tra questi, un punto chiave riguarda proprio i membri dell’associazione Morel. “I prossimi passi riguarderanno lo sgombero dell’associazione, che deve avvenire entro 3 mesi perché hanno un comodato d’uso”. Nel frattempo sono già stati avviati tutti i preparativi per la demolizione e per la nuova costruzione.

Sgombero già concordato

Lo sgombero dello stabile era già stato concordato grazie a un accomodamento tra le parti, prevedendo che, in caso di via libera, gli occupanti dello stabile lasciassero l’edificio entro tre mesi. Una transizione che, secondo Renzetti, non dovrebbe creare tensioni. “Non credo assolutamente, anche perché non stiamo parlando di un contratto ma come detto di un comodato d’uso, quindi senza costi. L’associazione ha usufruito del tempo che avevano a disposizione, quindi devono essere felici”. Al posto del vecchio garage sorgeranno dunque tre edifici, ciascuno con caratteristiche uniche. Un cambiamento che segna la fine di un’era per chi ha vissuto lo spazio Morel come un punto di riferimento culturale e sociale ma che fa sorridere, soprattutto il settore immobiliare. “Noi siamo contenti, non sorridiamo perché dopo la maratona si arriva stanchi. Ma in generale c’è soddisfazione per l’avvio dei lavori. Siamo imprenditori e abbiamo voglia di fare”, ha concluso il presidente di Art Building.

In cerca di soluzioni alternative

Fra 3 mesi il Morel per come lo conosciamo oggi non ci sarà più, ma il fatto che si trattasse di un progetto temporaneo era ben noto anche all’Associazione stessa proprio a causa della decisione del Tribunale federale in merito al futuro dello spazio. “Possiamo soltanto ringraziare il fato che ci ha permesso di stare più di quello che avevamo pronosticato. Ora con la decisione del TF - e per contratto - siamo pronti a lasciare gli spazi questa primavera”, ci ha spiegato Noah Sartori, co-presidente Associazione Morel. Ma i membri non si sono fatti scoraggiare, al punto che su una mappa del Luganese sono già stati segnati alcuni possibili futuri spazi per l’Associazione, tutti di proprietà del Comune di Lugano. Il futuro potrebbe trovarsi in uno di quei punti? “Più che del Comune mi piace pensare che siano di proprietà della cittadinanza. L’auspicio è quello che la Città e il Cantone riconoscano una necessità che per Lugano è un tema da più di 8 anni. Auspichiamo anche che le autorità liberino degli spazi da dedicare alla produzione artistica, riconoscendo anche l’operato degli operatori culturali che lavorano nel settore mettendo loro a disposizione degli spazi in cui lavorare”.

Lugano e la cultura indipendente

Si è quindi chiuso un capitolo per lo spazio Morel. Tuttavia, il suo futuro non è ancora segnato. Ma quel dialogo, quel filo che collega l’Associazione alle autorità politiche comunali, porterà davvero da qualche parte? “Personalmente l’ho avviato con le autorità sia comunali che cantonali già 8 anni fa, con l’avvento del Morel. Dopo diversi dialoghi ho però sempre e solo visto chiudere gli spazi: dalle manifestazioni pubbliche di Morel nel 2020, alla chiusura di Casotto nello stesso anno fino alla triste demolizione del Molino nel 2021. Al contempo ci sono però diverse realtà che si stanno muovendo, perché la cultura indipendente come detto è una necessità. Quindi gli attori e le attrici che la rappresentano trovano i loro spazi di esistenza nella Città, ma è anche giunto il momento che questo dialogo – che fino ad ora non ha mai portato a soluzioni concrete – trovi dei riscontri positivi che possano conciliare le necessità della scena indipendente e quelle istituzionali. Quello che chiediamo è scritto all’interno della Carta della Gerra, pubblicata nel 2024, ed è riassunto in 5 importanti punti sullo sviluppo della cultura indipendente che le autorità pubbliche devono valutare. Spero che nei prossimi mesi si possa arrivare a qualcosa di più concreto, con uno sguardo più lungimirante da parte della politica rispetto a quanto fatto finora”, ha concluso Sartori.