Basta con il treno del latte, da questa mattina il Ticino e il resto della Svizzera, ma non solo, sono nuovamente più vicini. Il motivo? La riapertura della galleria di base del San Gottardo. Sì, perché dal 10 agosto dello scorso anno, quando un treno merci è deragliato all'interno di AlpTransit, i tempi di percorrenza tra sud e nord del Paese si sono allungati di un'ora, portando i treni a transitare attraverso la vecchia tratta di montagna. In pratica, chi da Lugano voleva andare a Zurigo ci impiegava quasi tre ore, mentre per andare a Losanna il viaggio sfiorava le 6 ore. "Un'ora in meno di viaggio rende tutto più flessibile", ci racconta Mattia, un ticinese che vive e lavora a Zurigo. "Finalmente riapre la galleria, parlare di un'ora sembra nulla, ma in questo caso era veramente lunga. La chiusura ha reso i viaggi più pesanti, infatti sono scesa meno in Ticino anche per questo motivo", ci spiega Valeria, un'altra ticinese che da 11 anni vive nella Città sulla Limmat. Un viaggio più corto, che aiuta anche a sentire più vicina la propria famiglia. "La cosa che ci fa più piacere", ci raccontano due luganesi che vivono e lavorano nella città tigurina, "è sapere che quando le nostre famiglie vogliono venirci a trovare in giornata, non devono più farsi sei ore di treno tra andata e ritorno. Siamo nuovamente tutti un po' più vicini, anche se sparsi in diversi cantoni".
"Un'ora in meno fa la differenza a livello mentale e fisico"
Non c'è solo Zurigo però, perché sono tanti anche i ticinesi che vivono in Svizzera romanda. "La consapevolezza che riapre la galleria di base è un gran sollievo soprattutto per chi vive in Svizzera francese, dove il tragitto per il Ticino è già molto lungo e dopo una settimana di scuola e lavoro può essere estenuante. Un'ora in meno fa la differenza a livello mentale e fisico", ci racconta un ticinese che studia a Losanna. E non è il solo a pensarla così. "Da studentessa sarà un bel vantaggio, anche se quando le FFS hanno anticipato di un'ora la possibilità di utilizzare il 'binario7' era davvero molto comodo", ci spiega un'altra studentessa. "Sapere che da oggi riapre il tunnel è una bellissima notizia, è anche passato abbastanza tempo per farci sembrare questo cambiamento ancora più positivo: mi ricordo vagamento di com'erano i viaggi prima della chiusura", aggiunge un altro ticinese, spiegando che "forse il fatto che la Galleria riapra con l'inizio del semestre universitario non sia solo un caso".
L'incidente dello scorso anno
I tempi di percorrenza tra il Ticino e il resto della Svizzera erano stati ridotti di un'ora con l'apertura di AlpTransit, avvenuta nel 2016. Ma lo scorso anno tutto e cambiato quando, alle 12:48 del 10 agosto, un treno merci è deragliato nella canna ovest del tunnel di base, mentre viaggiava da Chiasso a Basilea. Un incidente, ricordiamo, che secondo il rapporto intermedio del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) è stato causato dalla rottura di un disco di una ruota. Stando al rapporto un frammento di disco della ruota si è rotto circa dieci chilometri dopo l'ingresso nel tunnel, causando altre rotture e frammenti. L'ultimo frammento si è rotto 17 chilometri dopo l'ingresso in galleria, distruggendo uno scambio nei pressi di Faido e causando il deragliamento di 16 carri merci. Il treno si è diviso tra il 13esimo e il 14esimo vagone e alcuni di essi sono finiti sul binario di deviazione. I danni all'infrastruttura della galleria sono stati enormi. I vagoni danneggiati hanno dovuto essere rimossi attraverso il portale sud. È stato costruito un binario provvisorio per l'operazione di intervento. Diversi vagoni erano talmente danneggiati che è stato necessario smantellarli sul luogo dell'incidente.
Tra danni e responsabilità
Le FFS hanno stimato l'ammontare dei danni causati dal deragliamento, compresi i mancati introiti, in circa 150 milioni di franchi. Sebbene l'ex regia federale disponga di un'assicurazione per questi casi, in linea di principio è il fornitore del macchinista a essere responsabile, secondo quanto dichiarato lo scorso novembre dal CEO delle FFS Vincent Ducrot. Per la Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale, FFS Cargo, quale trasportatore, sarà ritenuto con grande probabilità responsabile del sinistro. In base al diritto vigente, in caso di incidente, il detentore del carro risponde soltanto se l'impresa ferroviaria può dimostrare che la colpa è sua. Un difetto al carro non è sufficiente per provare la colpa. La commissione ritiene necessario intervenire a livello legislativo sulla questione della responsabilità nel trasporto merci e, con 13 voti contro 8, ha deciso di adottare una mozione in tal senso, hanno indicato martedì scorso in una nota i servizi parlamentari. La maggioranza della commissione si aspetta che una revisione della responsabilità incentivi i detentori di carri merci a rafforzare le misure di sicurezza.