Parlamento
Riforma della giustizia, luce verde dal Gran Consiglio alle proposte della Commissione
©Gabriele Putzu
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Redazione
19 ore fa
Il Parlamento ticinese ha approvato le proposte di riforma della Commissione giustizia e diritti con 61 voti favorevoli. Ora la palla passa al Consiglio di Stato. Infine, i granconsiglieri si sono chinati sulla cosiddetta “Lex Ermani”, la cui modifica è stata accolta a sua volta.

L’ampia riforma presentata dalla Commissione giustizia e diritti è stata accolta con 61 voti favorevoli, 0 contrari e 6 astenuti. Durante il dibattito è stato ricordato a più riprese come questo testo non presenti degli elementi rivoluzionari, ma solo dei correttivi che si spera possano dare risultati visibili già nel breve tempo. I principali riguardano l’introduzione di un codice etico per la magistratura, anche alla luce del caos al tribunale penale cantonale; una maggiore autonomia finanziaria e gestionale della giustizia che dovrebbe poter disporre di un proprio budget. Si vuole lavorare anche sul Ministero pubblico, principalmente reintroducendo il sostituto procuratore e potenziare la magistratura dei minorenni, pure confrontata con un carico di lavoro sempre più pesante. Senza dimenticare l’annosa questione della nomina dei magistrati. 

Gendotti: "Nessuna collaborazione da parte del Governo"

Proprio su questo punto si è concentrata Sabrina Gendotti (Il Centro) che ha diretto i lavori della sottocommissione che ha presentato il documento. In aula ha presentato e difeso la riforma. “Le novità calate dall'alto non piacciono a nessuno. Le riforme vengono accolte se si collabora e si ottiene consenso. Consenso che la Commissione ha cercato e trovato tra i suoi membri, tra i partiti e con le autorità giudiziarie. Collaborazione che fino ad ora non ha invece riscontrato da parte del Governo e penso allo scritto ricevuto dalla Commissione l’11 settembre, nel quale  il Consiglio di Stato –  nell’ambito della nomina dei magistrati –  trincerandosi dietro il principio della separazione dei poteri se ne lava le mani e critica gratuitamente il Parlamento addossandogli tutte le colpe e lo invita ad assumersi tutte le responsabilità. Credo che in questi anni ci si sia resi conti dei limiti e degli errori commessi nell’ambito delle elezioni dei magistrati e non solo. Motivo per cui oggi si propongono dei correttivi per migliorare il sistema di nomina, consci del fatto che il sistema perfetto e probabilmente non esisterà mai”.

Correzione nel sistema di nomina

Ricordiamo che la correzione nel sistema di nomina proposta dalla risoluzione prevede che i magistrati in futuro non vengano più scelti solo in base alle loro conoscenze giuridiche, ma anche in base ad altre competenze, come quelle caratteriali. E poi la possibilità per la commissione giustizia e diritti di fare un assessment – una valutazione più approfondita – dei vari candidati esaminati in precedenza dagli esperti. Si sono soffermati su questo tema in particolare i partiti non di governo come l’mps o anche Avanti con Ticino e Lavoro. La deputata Amalia Mirante ha detto che il criterio della rappresentanza politica alla base delle nomine è ormai superato, oggi questo sistema è parte del problema (sono i grandi partiti che si dividono la torta, “noi non volgiamo nessuna fetta di torta, noi vogliamo che non ci sia alcuna torta”). 

Gobbi: "Dire che la giustizia ticinese aspetta riforme da anni è sbagliato"

Come da prassi alla fine, ha preso la parola il consigliere di Stato Norman Gobbi che risposto alle varie critiche di immobilismo nei confronti del governo lanciate in aula e poi ha detto come la giustizia funzioni. “Certo, vi sono degli ambiti di attività che necessitano degli interventi. Ma dire che la giustizia in Ticino aspetta da anni delle riforme è un messaggio profondamente sbagliato, e alzare i toni nel dibattito pubblico su un tema così delicato lede l’immagine e la fiducia dei cittadini nella nostra Magistratura. E lo dice un politico che all’inizio della sua carriera come giovane consigliere di Stato nel 2011 credeva con entusiasmo giovanile di dover riformare l’organizzazione giudiziaria cantonale rendendola più efficace ed efficiente, nonché obiettivo del progetto giustizia 2018. Un obiettivo che ho capito che si può raggiungere solo con la condivisione di tutti e tre i poteri dello Stato e nei tempi necessari”. Il Consiglio di Stato si determinerà sulle proposte nei prossimi mesi di intesa con le autorità giudiziarie coinvolte. Al momento non propone emendamenti alla risoluzione perché il Governo dovrà determinarsi entro dicembre.

Questione "Lex Ermani"

Infine, i granconsiglieri si sono chinati sulla cosiddetta “Lex Ermani”, presentata sulla scorta delle tensioni all’interno del TPC. L’iniziativa parlamentare, che ha ottenuto l’urgenza per essere trattata in questa sessione, vuole conferire al consiglio della magistratura il potere di prendere misure cautelative nei confronti di un magistrato. In parole povere: sospenderlo. A nome della commissione ha parlato il deputato PLR Matteo Quadranti che ha invitato ad accogliere la modifica. Questa è stata approvata con 65 favorevoli, 0 contrari a 1 astenuto.