Confronto
Riforma fiscale, legge necessaria o regalo ai ricchi?
© CdT/Chiara Zocchetti
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Redazione
un anno fa
In Commissione della gestione il prossimo martedì i partiti dovrebbero firmare i rapporti sulla contestatissima riforma fiscale. PLR, Lega e UDC sembrano aver trovato un accordo di massima. A Ticinonews ne abbiamo parlato con Simona Genini (deputata PLR in Gran Consiglio) e Ivo Durisch (capogruppo PS).

Che sia omeopatica, come l’ha definita Boris Bignasca, oppure no, una cosa è quasi sicura: la riforma fiscale ha trovato una maggioranza. PLR, Lega e UDC sembrano infatti essere arrivati ad un compromesso. Ma finché non ci sarà una firma in calce al rapporto, il condizionale resta d’obbligo.

Moltiplicatore e conseguenti tagli

Spostando il focus sui punti salienti, la legge prevede che il moltiplicatore cantonale dal 97% tornerà al 100%, ma l’aumento sarà compensato da un taglio lineare dell’aliquota d’imposta dell’1,66%. Altro tema decisamente caldo sono i contestatissimi sgravi fiscali agli alti redditi: si parla di contribuenti con redditi imponibili superiori ai 287’600 franchi annui per le persone sole, 360’500 per i coniugati. Si parte da un’aliquota del 15% che verrà portata al 12% come previsto. Tuttavia, invece di farlo in due anni, come proposto dal consiglio di stato, ce ne vorranno sei, pari a una riduzione dello 0,5% ogni anno fino al 2030. In aggiunta le spese professionali, invece che proporzionali al reddito, diventeranno forfettarie: da 2’500 franchi annui deducibili si andrà - nel 2024 - a 3’000, per poi arrivare a 3’500 nel 2026. E se di PLR, UDC e Lega abbiamo già parlato, resta il Centro, che per bocca del suo presidente si dichiara dubbioso sull’opportunità di sgravare i ricchi in un momento di vacche decisamente magre. La sinistra, invece, di dubbi non ne ha e sulla riforma fiscale promette battaglia. A Ticinonews ne abbiamo quindi parlato con con Simona Genini (deputata PLR in Gran Consiglio) e Ivo Durisch (capogruppo PS).

Simona Genini: “Una riforma pensata per garantire un gettito necessario”

Per la sinistra la proposta degli sgravi fiscali è paragonabile a un regalo ai ricchi, ma per la deputata PLR Simona Genini si tratta “di una riforma pensata per garantire un gettito di cui abbiamo bisogno per finanziare la spesa sociosanitaria e scolastica”. Genini ha infatti spiegato “lo 0,5% dei contribuenti paga il 20% del gettito delle persone fisiche, quindi 1’000 persone pagano 135 milioni. Per queste persone si tratta di segnale diluito su 6 anni. Per queste persone è quindi importante mantenere il gettito”. Genini ritiene inoltre che è meglio essere prudenti nel dire “che è una riforma per i ricchi, perché è molto di più e tocca molti settori”.

Ivo Durisch: “Risanare le finanze cantonali a scapito dei più fragili non è opportuno”

Ma per la sinistra esiste un momento buono? Per Ivo Durisch, capogruppo PS, “se le finanze fossero a posto potremmo anche discutere alcuni di questi sgravi, che magari giustifichiamo. Però siamo in un momento in cui le finanze del Cantone sono già state messe, in qualche modo, su un binario pericoloso, soprattutto a causa della riduzione di tasse e imposte”. Durisch ha poi messo in evidenza come ad oggi i cittadini sono chiamati a fare dei sacrifici: “viene ridotto loro il sussidio cassa malati, vengono colpiti gli istituti per invalidi e case anziani, in una situazione del genere - dove si sta cercando di risanare le finanze del cantone a scapito dei più fragili - pensare di proporre degli sgravi a persone ricche penso che non sia opportuno”. Il capogruppo PS ha sottolineato come sia chiaro “che siamo in una situazione in cui poche persone pagano tanto perché hanno tanti soldi. Le disuguaglianze sono aumentate in maniera importante negli ultimi anni, il ceto medio è scivolato verso il basso e i grandi capitali sono aumentati. Di fatti, se guardiamo le persone con grossi capitali in Ticino, queste sono aumentate e non c'è stata una fuga, per cui questo è un regalo, non è un aumento di gettito quanto una riduzione”.

C’è chi va e chi arriva: Per Genini le cifre confermano la fuga

Insomma, Ivo Durisch è stato chiaro: c'è chi deve fare sacrifici, andando però a favorire chi di soldi ne ha. Dal canto suo, Genini sostiene che “questi contribuenti facoltosi sono partiti con un saldo negativo per il Cantone, perché i contribuenti facoltosi che sono partiti negli ultimi 5 anni sono 400, a fronte dei 200 nuovi arrivi, con una perdita di gettito di 10milioni”. Per Genini le cifre confermano quindi che c'è una fuga di contribuenti “senza contare che saremo - e siamo sempre - meno attrattivi, questi sono dati del Consiglio di Stato”. Ma per Durisch i dati vanno analizzati diversamente, in quanto “i dati relativi agli arrivi di queste persone sono sempre in ritardo, mentre quando partono sono subito segnalati. Per cui gli ultimi cinque anni non sono, secondo me, significativi. Io ho preso i dati dal 2014 e le persone particolarmente facoltose sono aumentate del 70% e conseguentemente anche i gettiti, perché quando la borsa corre non è sicuramente grazie al lavoratore”.

Taglio lineare dell’aliquota, Durisch: "Nessun aiuto al ceto medio"

In questo senso, un taglio lineare dell'aliquota per tutti non aiuta anche il ceto medio? “No, questo è un taglio lineare del 3% e comunque mancano dei soldi alle casse del Cantone. Il 3% per una persona che paga 100mila franchi di imposte equivalgono a 3’000 franchi, mentre per una del ceto medio che ne paga 100mila sono 300 e si vedrà verosimilmente ridurre i sussidi della cassa malati di 1'000 franchi: il saldo per il ceto medio è quindi negativo”. Genini ci tiene però a precisare che “in Commissione il Messaggio del Consiglio di Stato è stato cambiato e c'è un taglio lineare dell’1,66% più quello del comune, quindi il 3%. Il ceto medio non ci perde comunque e anche andando a guardare i sussidi RIPAM è possibile vedere che c'è comunque un aumento: la manovra va unicamente a contenere gli aumenti RIPAM, ma non c'è una diminuzione”.

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