Voci natalizie
Roberto Cirillo si racconta: “La Posta non è un’azienda qualunque, è una missione”
Redazione
4 mesi fa
Il direttore generale della Posta svizzera ha ripercorso i momenti chiave della sua carriera e della sua vita, soffermandosi in particolare sull'anno appena trascorso.

Ospite della trasmissione “Non è sempre Natale”, il direttore generale della Posta Svizzera, Roberto Cirillo, ha ripercorso i momenti chiave della sua carriera e della sua vita, soffermandosi sull’anno appena trascorso e sui valori che lo hanno accompagnato fin dall’infanzia. Da Novazzano al Politecnico di Zurigo, fino ai vertici della Posta, Cirillo ha condiviso riflessioni personali e professionali, svelando anche qualche pensiero sul futuro.

Com'è stato il 2024 per la Posta?

“Un anno difficile. Anche se non ci sono stati grandi eventi, operativamente abbiamo lavorato moltissimo, e questo si sente, soprattutto nei collaboratori. Dicembre è sempre il periodo più impegnativo per il carico di lavoro, ma quest’anno si è aggiunta la chiusura del ciclo strategico 21-24 e la preparazione del prossimo, 25-28, con tutte le comunicazioni necessarie al Consiglio federale. La Posta non è un’azienda qualunque: non può né deve operare come un’azienda privata. È un connubio tra istituzione e realtà di mercato, ed è una sfida continua gestirla nel quotidiano”.

Tornerà mai in Ticino in modo stabile?

“Non è un pensiero per ora, perché il tipo di attività in cui posso dare il mio contributo si svolge fuori dal cantone. Tuttavia, penso spesso a come poter servire la comunità in futuro, quando non avrò più incarichi così grandi. Se il mio futuro sarà in Ticino, troverò sicuramente un modo per contribuire. Sei anni fa ho scelto di tornare in Svizzera proprio per servire il mio Paese, e guidare un’istituzione simbolica come la Posta è stata una scelta che rifarei”.

La sua carriera è partita dal Politecnico di Zurigo. Come è arrivato a quella scelta?

“È stato quasi per caso. Avevo un amico che si stava iscrivendo a ingegneria meccanica e mi ha incuriosito. Al liceo avevo interessi diversi: mi piaceva la fisica, ero appassionato di astronomia, ma non sapevo bene cosa fare. Quando ho scoperto l’ingegneria meccanica, è stato come un’illuminazione. Quella scelta, nata per caso, si è rivelata la migliore che potessi fare”.