Ticino
Salari nei distributori di benzina, addio all’eccezione ticinese
Redazione
2 anni fa
Dal primo novembre i dipendenti dei negozi all’interno delle stazioni di servizio dovranno essere pagati almeno 3'630 franchi al mese. È quanto prevede il nuovo contratto collettivo di lavoro per cui il Consiglio federale ha esteso l’obbligatorietà generale anche sugli stipendi in Ticino. Una vittoria per i sindacati. I gestori chiedono che ora si alzino i salari anche nella grande distribuzione.

Il decreto del dicembre 2017 del Consiglio federale sul contratto collettivo di lavoro dei negozi delle stazioni di servizio recitava così: “L’appendice  2 del CCL sui salari minimi non si applica al Cantone Ticino”. Il decreto del 4 ottobre 2023, pubblicato oggi invece recita così: “L’obbligatorietà generale fa stato per tutto il territorio svizzero”. Addio dunque all’eccezione ticinese per le paghe minime di chi lavora nei negozi dei distributori di benzina. Il Consiglio federale ha infatti deciso per l’obbligatorietà generale anche per quanto riguarda gli stipendi. Questo a partire dal 1 novembre 2023. In Ticino vi saranno dunque dei salari minimi, seppur più bassi rispetto agli altri cantoni. Nel dettaglio un dipendente guadagnerà 3’630 franchi al mese se non ha esperienza; 3’650 dal terzo anno e tra i 3’900 e i 4’000 in caso di personale formato.

I sindacati esultano

Una svolta che rappresenta una vittoria per i sindacati. “È una grande soddisfazione”, sottolinea la responsabile del settore terziario di Unia Ticino Chiara Landi. “Finalmente il Ticino torna essere Svizzera, ossia anche i lavoratori dipendenti nei distributori di benzina ticinesi godranno degli stessi diritti del resto della Svizzera e quindi godere di un salario minimo stabilito da un contratto collettivo”.

Una decisione attesa

L’associazione ticinese delle stazioni di servizio, che si era opposta a questa opportunità, non è tuttavia stupita. “È una decisione che ci aspettavamo, abbiamo ricevuto la comunicazione da parte del Consiglio federale in questi giorni”, spiega Luca Giampietro, membro di comitato dell’Associazione ticinese delle stazioni di servizio. “Ciò va uniformare il Ticino sotto tutti i punti di vista al contratto collettivo nazionale".

Molti miglioramenti

La rinegoziazione del contratto collettivo non si limita ai soli salari. “In questo contratto sono contenuti miglioramenti che riguardano le condizioni di lavoro e la gestione del tempo libero”, specifica Landi. “Per esempio vengono stabiliti due giorni consecutivi di libero obbligatori al mese e almeno 10 weekend all'anno. Questo favorirà la fruizione del tempo libero in un settore in cui purtroppo si lavora anche la domenica. Ci sono inoltre miglioramenti per quanto riguarda la maternità e una regolamentazione più specifica e a favore del dipendente per tutto ciò che riguarda per esempio la videosorveglianza o i furti di benzina, che purtroppo sono all'ordine del giorno e che finora pesavano sulle spalle dei lavoratori, che dovevano magari pagare di tasca propria per rifondere un furto”.

Disparità di trattamento con la grande distribuzione

Le rivendicazioni sindacali sono state ascoltate dal Governo. Ora sono i responsabili delle stazioni di servizio che puntano il dito contro una disparità di trattamento, nei confronti della grande distribuzione. "Ci sembra corretto che il contratto collettivo cantonale della grande distribuzione, che prevede un salario di 3’200 franchi, sia adattato. Fanno sostanzialmente lo stesso lavoro dei lavoratori impiegati nei distributori di benzina. È importante che abbiano un salario simile al nostro in modo che venga tolta questa distorsione in Ticino”.