Ticino
Salari ticinesi al ribasso, Unia punta sulle trattative contrattuali
Redazione
6 ore fa
La sezione ticinese di Unia ha tracciato un bilancio del 2024 e per quest'anno punta alle negoziazioni contrattuali per aumentare le buste paga. Il segretario regionale Giangiorno Gargantini: "“Le condizioni di lavoro sono peggiorate, salari in primis”.

A fine settembre, 15mila lavoratori erano in piazza federale per rivendicare aumenti in busta paga, dopo tre anni di continui cali. C’erano anche 600 ticinesi, arrivati a Berna grazie a un treno speciale di Unia, che oggi ne è ancora convinta: i salari e, in generale, le condizioni di lavoro sono peggiorate nel 2024, conferma il segretario generale Giangiorgio Gargantini ai microfoni di Ticinonews. “È un anno in cui molti aspetti sono peggiorati. Le statistiche lo dimostrano: i salari sono ulteriormente diminuiti in Ticino e le trattative all'interno dei contratti collettivi all'interno del partenariato sociale sono sempre più difficili. Purtroppo le condizioni si degradano e la tensione sul mercato è sempre più alta”.

Focus sulle negoziazioni contrattuali

È per questo che nel corso del 2025 gli occhi di Unia saranno puntati sulle negoziazioni contrattuali. Alla fine di quest’anno, ad esempio, scadrà il contratto collettivo di lavoro dei gessatori, i cui salari minimi devono essere aumentati e adeguati al rincaro. Ma non solo questo, spiega Igor Cima, responsabile del settore dell’artigianato. "Già dall'ultima negoziazione c’è sul tavolo una richiesta importante dei lavoratori, ossia la riduzione del tempo di lavoro a 8 ore lavoro al giorno a parità di salario. Con l'ultimo rinnovo non si è riusciti a concretizzare il tema, l'obiettivo è che con il 1° gennaio 2026 i lavoratori del settore possano riuscire a non andare oltre le 8 ore di lavoro al giorno. Un lavoro faticoso e importante”. Il tema del salario sarà centrale anche nel settore dell’abbigliamento e orologiero (seppur in questo caso il CCL non è in discussione).

Tutelare maggiormente chi rappresenta il personale

Intanto, c’è un’altra questione che preoccupa il responsabile industria Vincenzo Cicero. “Quest'anno c’è una grande campagna sulla protezione dei membri della rappresentanza del personale nel settore della metalmeccanica. È un problema della metalmeccanica, ma anche generale del mercato del lavoro: assistiamo sempre più a una forte pressione sui rappresentanti sindacali o dei lavoratori. Tre settimane fa abbiamo per esempio denunciato il licenziamento del nostro militante sindacale al casino di Mendrisio. L'anno scorso abbiamo fatto due giorni di sciopero in una fabbrica per il licenziamento del presidente della commissione del personale . Chi oggi si prende l'onere di rappresentare i propri colleghi di lavoro deve avere maggiori tutele”.

Il modello Uber anche in Ticino?

Lo sguardo è rivolto pure alle ultime frontiere di precarizzazione – come le chiama Unia – che hanno recentemente raggiunto anche il Ticino: parliamo del lavoro sulle piattaforme, Uber in primis. “Bisogna prima di tutto creare attenzione su questa tematica”, evidenzia Gargantini. “Il fatto che si parla di uberizzazione dimostra quanto sia importante questo modello. Modello che è stato giudicato già due volte illegale dal Tribunale federale. Vogliamo capire se il modello di lavoro in Ticino è diverso da quello che è già stato giudicato illegale dal tribunale o se è lo stesso. In questo caso bisogna intervenire”.

Altre battaglie

Infine, nel 2025, proseguirà l’annosa lotta contro l’apertura domenicale dei negozi e verrà posta l’attenzione sulla riduzione del tempo di lavoro, a parità di salario.