![©Chiara Zocchetti](https://dexter-cdn01.gruppocdt.ch/ticinonews/stories/2025/02/11/960x640/3d79a191-7a05-4bba-90ac-3e07bf31acb0.jpeg)
A tre anni dall’entrata in vigore della legge sul salario minimo (LSM), le verifiche condotte dall’Ufficio dell’ispettorato del lavoro (UIL) evidenziano un tasso di infrazioni pari a circa il 3.5%. Nel complesso, dal 2022 sono state controllate quasi 13’000 aziende, per più di 65’000 lavoratori. Lo rende noto la Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone (CT), spiegando che, inoltre, le linee guida sugli stage – inserite come allegato al regolamento della LSM – si sono rivelate uno strumento efficace per disciplinare lo statuto di stagista in maniera uniforme: i risultati dei primi tre anni di controlli confermano infatti l’assenza di abusi significativi di questa tipologia di impiego ai fini di eludere il salario minimo.
Controllati oltre 4mila datori di lavoro
Lo scorso anno sono stati sottoposti a verifica oltre 4’200 datori di lavoro che complessivamente impiegavano più di 18’500 dipendenti. In 154 casi, pari al 3.6%, sono emerse irregolarità, interessando 289 lavoratori (1.6%). Analogamente a quanto rilevato nel 2022 e nel 2023, nella maggior parte dei casi si è trattato di inesattezze di calcolo, generalmente rettificate dai datori di lavoro, i quali hanno provveduto a corrispondere ai dipendenti quanto loro spettava già prima dell’avvio della procedura sanzionatoria. Infatti, solo in 17 casi l’importo della sanzione – pari al 160% della differenza tra il salario dovuto e quello effettivamente versato – è stato superiore a 2'000 franchi. In 1'200 casi sono state esaminate anche le condizioni salariali determinate da contratti normali di lavoro (CNL). Il tasso di infrazioni riscontrato è dell’8.1% e riguarda 178 dipendenti su 2'571. Le violazioni riscontrate, analogamente a quanto emerso nell’ambito della LSM, sono spesso frutto di errori contabili, interpretazioni delle categorie professionali o del mancato adeguamento al rincaro. Anche in questi casi, i datori di lavoro hanno in gran parte provveduto a regolarizzare la situazione in tempi brevi. Nel 2024 non si sono verificati episodi di dumping tali da richiedere l’adozione di nuovi CNL, il cui numero è sceso ora a 10, di cui cinque specificamente rivolti agli impiegati di commercio.